Diversi anni fa nel deserto del Namib, il più antico del mondo, comparvero delle statue fatte di sassi e tondini di ferro, figure umane stilizzate e senza nome identificate solo da una frase e da un numero. Allo stesso modo gli autori del progetto si celano dietro uno pseudonimo, RENN, rifiutando qualsiasi connotazione di identità. Fondendosi con l’ambiente circostante come parte di un’unica creazione artistica, le sculture diventano una chiave di lettura per riflettere sul rapporto tra opera e luogo che la ospita, oltre che tra opera e fruitore, dal momento che possono essere viste solo da chi si avventuri in questo particolare ambiente ostile e dalla tribù degli Himba, tra le ultime popolazione al mondo a vivere secondo un modello pre-tecnologico.