Per mezzo della scomposizione di materiali funzionali e dell’utilizzo di creazioni artigianali Acaye Kerunen riporta l’opera alla sua funzione di narrazione di nuove storie e significati. La sua attenzione è rivolta al lavoro delle donne, custodi del territorio, che assume una forte valenza anche nella salvaguardia stessa dell’ecosistema climatico. Collin Sekajugo si rimette alla cultura popolare manipolando le comuni immagini per rivelarne i pregiudizi intrinsechi conformati ad una visione occidentale, mettendo in luce il capovolgimento antropologico della cultura contemporanea prevalente. Il suo linguaggio è irriverente, del tutto africano, con esito di teatro puro.
Per la prima partecipazione del Paese alla Biennale Arte, entrambi gli artisti, da tempo membri attivi di istituzioni artistiche, think tank e centri di design nel vivace ambiente culturale della capitale Kampala, mostrano attraverso la propria opera una prospettiva dell’Uganda post-indipendenza.