Il progetto israeliano prende in esame la natura fisica delle moderne reti di comunicazione, evidenziando come la relativa mancanza di attenzione architettonica prestata oggi a queste infrastrutture contrasti con il ruolo significativo che hanno rivestito negli ultimi due secoli. La riflessione si concentra sulle dinamiche legate ai recenti sviluppi della tecnologia globale (fra cui il cloud, la ‘nuvola’ tecnologica) e alle mutevoli strutture di potere che essi implementano. Il Padiglione, sigillato e reso buio, opaco e misterioso al suo interno, diviene uno degli elementi stessi della mostra, mentre spazio vuoto, suono e luce concorrono a definire la transizione dall’analogico al digitale nella comunicazione.