Al centro del progetto troviamo il concetto di ma, lo ‘spazio intermedio’ che nella cultura nipponica indica la tensione viva tra due elementi, un vuoto abitato dalla relazione. Il Padiglione indaga il dialogo tra umano e non umano, naturale e artificiale, riflettendo sul ruolo dell’intelligenza artificiale e sulle sue implicazioni per il futuro. L’architetto Jun Aoki interviene sull’edificio stesso, trasformandolo in parte attiva della narrazione: colonne murarie, pensilina, terrazza e il grande albero di tasso diventano attori di un equilibrio sospeso, dove ogni frammento è soglia. Due coppie di artisti completano l’allestimento, immaginando per il Padiglione un futuro appena disallineato rispetto al presente.