Esplorando il legame tra composizione e scomposizione, il progetto della Serbia si concentra sulla circolarità come principio fondamentale della produzione architettonica. Il concetto di “dipanare”, ispirato alla lavorazione a maglia, si connette alla storica invenzione della Mano belgradese (1963), prima mano bionica artificiale al mondo, simbolo di come la tecnologia e l’immaginazione possano nascere da gesti fisici e creativi. L’installazione cinetica di fili di lana intrecciati da architetti, disegnatori e ingegneri si sviluppa durante i sei mesi della mostra grazie a centocinquanta motori solari, rivelando un’architettura in trasformazione, che sfida le convenzioni e abbraccia pratiche sostenibili, inclusive e in costante evoluzione.