Il progetto parte dall’idea che l’architettura contemporanea sia sempre più subordinata a logiche economiche di puro profitto, trascurando così la forza creativa che ne costituisce l’essenza. Da qui nasce il desiderio di coinvolgere persone che, dopo essersi laureate in architettura, abbiano liberato la propria creatività in ambiti professionali differenti, sfuggendo alle dinamiche di potere che ne frustrerebbero il potenziale espressivo. La mostra richiama l’atmosfera di uno studio di architettura un tempo prestigioso, ora abbandonato, in cui gli architetti continuano a dar vita ai loro progetti di successo fuori dai canoni della professione, riappropriandosi della libertà creativa.