(2022, Ucraina, USA, UK, 118')
«We are defending our freedom». Questo il messaggio che il Presidente ucraino
Zelenskij ha espresso quando era ormai chiaro quanto l’‘operazione militare speciale’
annunciata da Putin il 24 febbraio 2022 non sarebbe affatto rimasta circoscritta.
L’escalation russo-ucraina ha portato alla messa in discussione di quel diritto che
pareva quasi scontato tra le democrazie occidentali: la libertà. Freedom on fire
rappresenta l’audace tentativo di Afineevsky di dare al mondo l’immagine più
immediata del conflitto in corso. È un documentario “istantaneo”, che sembra
tracciare col precedente Winter on Fire: Ukraine’s Fight for Freedom (2015) una
spaventosa continuità bellica, lucidamente comprovata dalla somiglianza dei titoli. In
Winter on Fire, titolo quanto mai ossimorico, lo spettro della Russia era
pericolosamente vicino; ora, in Freedom on Fire, la Russia diventa la triste realtà con
cui fare i conti.
Nasce nel 1972 a Kazan, nell’ex Unione Sovietica, da famiglia russo-ebraica. Dopo un periodo di militanza nell’esercito israeliano, l’interesse per l’industria cinematografica lo porta negli Stati Uniti, dove tutt’oggi vive. La consacrazione sopraggiunge con Winter on Fire: Ukraine’s Fight for Freedom (2015), presentato a Venezia e nominato
agli Oscar nella categoria di miglior documentario. La produzione di documentari non si ferma qui: seguono Cries from Syria (2017), Francesco (2020) e, l’ultimo, Fuori Concorso alla 79. Mostra di Venezia, Freedom on Fire (2022).