(2022, Francia, 100')
Sperimentatore, innovatore, ribaldo degli statuti cinematografici tradizionali. Il cinema di Godard non è semplicemente il cinema d’eccellenza della Nouvelle Vague: è un cinema spontaneo e prorompente, un processo critico di costruzione decostruttiva (e viceversa). Alla luce di questa viscerale complessità, degno di nota è il coraggioso tentativo di Cyril Leuthy (nato montatore, debutta poi alla regia col La nuit s’achève, 2015) di parlare di Godard in un modo inusuale, che ne trascenda l’aura leggendaria – spesso al limite del caricaturale –, puntando al suo lato più riposto, ‘umano’. In questo docufilm, l’intimità di Godard – mai del tutto irrelata con il lato professionale – è fatta emergere soprattutto attraverso le testimonianze di chi ha potuto ‘vivere’ il regista di persona. Al di là della gloria imperitura c’è dunque la storia dell’uomo Godard: «bisogna vivere piuttosto che durare».