Scrittrice, artista, amante e docile modella del compagno Hans Bellmer, finirà con l’identificarsi con la trasposizione dei desideri dell’artista, incarnandosi nella sua Poupée, una donna artificiale, assemblaggio di plastica e passioni recondite. La ricerca di Zürn si colloca tra Surrealismo e Astrattismo, tra automatismo e rigore geometrico. Nei suoi disegni, creature amorfe, meticolosamente costruite con linee finissime, abita un mondo fatto di incubi, di chimere e meduse con grandi occhi umani che si rincorrono in un sogno concitato e grottesco. Disegnerà e scriverà per calmare i deliri e per trovare una dimensione appagante in cui affrontare gli episodi dissociativi e i pensieri megalomani e ossessivi che la affliggevano.