Viviamo in un’era digitale. «Quando diciamo di aver perso il legame con la Natura, stiamo dicendo di aver perso il legame con noi stessi». La frase del fotografo paesaggista Andy Goldsworthy risuona come un leitmotiv in Still Life, nuova opera del coreografo e regista norvegese Alan Lucien Øyen, dominata dal teatro, dalla danza, dalla poesia e dalla bellezza.
Il 23 e il 24 luglio al Teatro elle Tese davanti a un paesaggio dipinto, i danzatori Daniel Proietto e Mirai Moriyama, interpretano armonicamente danza contemporanea occidentale e butoh, un particolare movimento di danza contemporanea giapponese. Attraverso un’intensa meditazione sulla distanza sempre crescente tra il mondo e le persone che lo abitano, Still Life scava nella mente umana alla ricerca di immagini capaci di raccontare il rapporto che l’uomo ha con sé stesso, con gli altri e con la natura che lo circonda.
Alan Lucien Øyen fa da sempre della fusione tra il corpo e la parola il proprio tratto distintivo, lavorando con le forme di danza e teatro senza soluzioni di stile, una fusione che segna anche questo spettacolo. Daniel Proietto, collaboratore di lunga data, è affiancato da Mirai Moriyama, ballerino e attore meno conosciuto in Europa ma di alto profilo in Giappone.
Vestiti semplicemente con pantaloni neri, top nudo e capelli legati indietro, si muovono in modi stimolanti ed eloquenti, sostenendo il messaggio che essere umani significa essere tutt’uno con la natura. Il rapporto tra i due si manifesta in modo più forte nei duetti a stretto contatto in cui i corpi si muovono seguendo lo stesso ritmo. Il titolo, Still Life, è meglio inteso come “natura morta” e si riferisce all’atteggiamento umano sprezzante nei confronti del mondo naturale che viene sconvolto e gradatamente distrutto dai disastri causati dall’uomo.
23 luglio h. 21
24 luglio h. 17
Teatro alle Tese, Arsenale