Ad aprire il sipario della Stagione Sinfonica 2024-2025, nei due appuntamenti in programma al Teatro La Fenice venerdì 6 e sabato 7 dicembre, troviamo la prestigiosa bacchetta di Hervé Niquet, che alla testa di Orchestra e Coro del Teatro La Fenice dirige un programma dedicato alla musica francese, con il celebre Te Deum di Charpentier, insieme a brani di Dauvergne e Méhul. A impreziosire questo speciale evento ecco la presenza di alcuni cantanti d’eccezione, solisti dell’Opéra Royal de Versailles, come il soprano Sarah Charles, il mezzosoprano Flore Royer, i tenori Léo Guillou-Kérédan e Attila Varga-Tóth e il baritono Halidou Nombre. Tre gli autori prescelti per il concerto veneziano, Antoine Dauvergne che riscrive il mitico Persée di Lully; Étienne-Nicolas Méhul di cui si propone la Prima Sinfonia; per concludere con Marc-Antoine Charpentier, di cui tutti riconosceranno i primi minuti del Te Deum, uno dei brani più famosi dell’intero repertorio. Lo stampo nazionale delle tragédies lyriques di Dauvergne si modella sull’esempio di Jean-Baptiste Lully, il compositore fiorentino che era stato inviato adolescente a corte, e che dal Palazzo delle Tuileries era diventato il nome di riferimento per la danza e l’opera alla corte del re Sole. La Prima Sinfonia in sol minore di Méhul si caratterizza per alcuni tratti musicali di scuola squisitamente francese. Se Dauvergne lavora nello stampo di Lully, se Méhul guarda ai viennesi, l’impronta che porterà sempre con sé Marc-Antoine Charpentier, in particolare nel sacro, sarà quella della scuola di Giacomo Carissimi, il maestro della controriforma, titolare dell’insegnamento al Collegio germanico. Tra i suoi brani più famosi, il Te Deum H. 146 registra ancora oggi un’imperitura fortuna grazie a quel Prélude iniziale, scelto come sigla di tutti i programmi radio e tv trasmessi in Eurovisione.