«Nasciamo, ed esistiamo, laddove c’è memoria. Le nostre vite sono un tracciato reso possibile da tutto ciò che ricordiamo, banale o indimenticabile» (Bell Hooks). Questa riflessione trova eco nelle opere di Erjon Nazeraj (1982, Fier, Albania; vive e lavora a Parma) che proiettano lo spettatore in una dimensione temporale e spaziale sospesa, dove paesaggi, memorie, e confini geografici sfumano in un insieme complesso.
La mostra, curata da Marta Blanchietti e Eleonora Da Col, offre un viaggio intimo nell’arte di Erjon Nazeraj. Attraverso diverse forme espressive – collage, sculture, bassorilievi, acquerelli – Nazeraj ci guida attraverso un’intima ricerca di significato e armonia. Nelle opere si stratificano il suo passato, il presente fatto di sforzi e liberazioni, ed emerge anche il futuro della sua riflessione personale e artistica. Il tempo si manifesta senza una scansione cronologica: come nei suoi collage, che l’artista realizza nei momenti di pausa tra un’opera e l’altra, divenendo pagine di un quaderno che racchiudono memorie passate e riflessioni per il futuro.
