Da gennaio ad aprile la Biennale riporta al multisala Rossini grandi capolavori della cinematografia mondiale, introdotti da esperti in dialogo con il pubblico.
Dal 2012 la Biennale ha avviato un’operazione di riabilitazione fondata di opere considerate classiche, cioè “immutabili” nel tempo o seminali di tendenze e forme successive, istituendo una sezione della Mostra e un festival permanente che porta il titolo emblematico di Classici Fuori Mostra, come a segnare un’alterità permanente rispetto al festival genitore come spazio di ripensamento. Uno spazio entro il quale noi tutti siamo invitati a partecipare alla visione ragionata di opere – dodici in tutto – di Bellocchio, Forman, Hark, Honda, Melville, Risi, Scorsese, Spielberg, Tarkovskij, Truffaut, Vidor, Zurlini.
Dodici film in lingua originale con sottotitoli in italiano, dodici opere che dal 15 gennaio al 16 aprile convivono ogni mercoledì alle 19 al Multisala Rossini nelle loro differenze profonde, ma senza voler dar adito a una coesistenza coatta, ma piuttosto vivere degli sguardi degli spettatori, vivere – rivivere – dello splendore incrociato di una visione collettiva. Primo titolo in programma, Sbatti il mostro in prima pagina di Marco Bellocchio, presentato da Michele Gottardi, opera specchio delle tensioni tra stampa e politica nell’Italia degli anni di piombo. Classici Fuori Mostra restituisce al cinema i caratteri originari di dispositivo culturale collettivo e significativo, ricordandoci il punto d’origine di tutte le declinazioni contemporanee del visivo. Un fiore all’occhiello di una Biennale che con le sue scelte di campo sa sempre farsi interprete e spesso antesignana delle più attuali tendenze culturali del mondo occidentale.
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