Dimensione Mare

Guendalina Salimei, neo curatrice del Padiglione Italia 2025
di Redazione VeNews

Il progetto per la 19. Biennale Architettura di Salimei, fondatrice di T-Studio, nota per il “Kilometro verde” in corso a Corviale e prima donna chiamata a curare il Padiglione Italia, si chiama TERRÆ AQUÆ. L’Italia e l’intelligenza del mare.

Guardare l’Italia dal mare implica un cambiamento di prospettiva.

Inizia così la navigazione di Guendalina Salimei, neo curatrice del Padiglione Italia 2025, nelle acque agitate della prossima Biennale Architettura, la diciannovesima. Agitate perché in un Paese strano come l’Italia dove la conservazione e l’abuso vanno a braccetto, i progetti presentati alla Biennale, che restituiscono visioni contemporanee di un Italia lontanissima dall’essere possibile, risultano sempre difficili e in salita. Tuttavia le premesse e l’interessante prospettiva proposta sono molto promettenti.

Guendalina Salimei, architetto e docente di Progettazione architettonica alla Sapienza Università di Roma, fondatrice di T-Studio (insieme ai Giancarlo Fantilli, Roberto Grio, Mariaugusta Mainiero, Giovanni Pogliani e Renato Quadarella), conosciuta per l’intervento in corso a Corviale, ribattezzato Kilometro Verde, non sembra essere intimorita dell’inevitabile dibattito che il Padiglione susciterà (d’altro canto fa parte della mission della Biennale stessa accendere il dialogo e il confronto) e dell’essere la prima donna chiamata a curare il Padiglione Italia; nel 2023 Veronica Caprino e Claudia Mainardi erano in formazione congiunta con gli altri membri del collettivo Fosbury Architecture (Giacomo Ardesio, Alessandro Bonizzoni, Nicola Campri). Salimei ha all’attivo oltre cento opere tra riqualificazioni, riusi e architetture pubbliche, in Italia e all’estero: dall’ampliamento del Museo Egizio al recupero di parti del Concentrico di Stupinigi a Torino; dalla riconversione dell’ex Convento di San Benedetto a Ferrara al riuso dell’ex Chiesa dell’Annunziata in museo d’arte a Foligno (Perugia), passando per la riqualificazione della Crypta Balbi a Roma, la sistemazione di via Sparano a Bari e, con diretto riferimento ai contenuti del futuro Padiglione, dei water-front di Napoli, Molo Beverello, di Taranto, Molo San Cataldo, e Messina Area ex Fiera. La curatrice, con un team multidisciplinare d’eccellenza, composto da progettisti, ricercatori e artisti che contribuiranno a creare un grande laboratorio di idee e progetti per il futuro, ha scelto di indirizzare l’analisi sulla dimensione del mare, con particolare riguardo per «il progetto del confine tra terra e acqua come sistema integrato di architetture, infrastrutture e paesaggio», tema fondamentale in un’epoca segnata dalle conseguenze del cambiamento climatico che interessano profondamente anche le coste italiane. «Il Mediterraneo conforma le coste con centinaia di città portuali e un territorio che si spinge in profondità all’interno: si respira il mare dalle alture delle Alpi e degli Appennini».

Il progetto, il cui titolo è TERRÆ AQUÆ. L’Italia e l’intelligenza del mare, si avvarrà dei contributi progettuali, teorici e multimediali di architetti e progettisti impegnati a definire in modo innovativo il ripensamento del rapporto tra terra e mare.

Immagine in evidenza: Guendalina Salimei, at Corviale, Image © T-Studio

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