Ritratto d’Artista

Marina Apollonio, il respiro della geometria
di Mariachiara Marzari

In occasione della sua mostra Oltre il cerchio alla Collezione Peggy Guggenheim, Marina Apollonio incontra il pubblico all’Accademia di Belle Arti di Venezia il 14 febbraio. Un’opportunità unica per approfondire il percorso di una delle grandi protagoniste dell’arte Optical e Cinetica, in dialogo con curatori e studiosi.

È stata una vera fortuna aver avuto la possibilità di intervistare, o meglio chiacchierare più di un’ora al telefono come due vecchie amiche con Marina Apollonio. La sua personalità è frizzante, vitale, arguta, senza filtri, di una sincerità spiazzante quando confessa la felicità per avere la sua personale proprio alla Collezione Peggy Guggenheim, quasi tornando bambina, a quando con il padre Umbro rimase affascinata dal carisma dell’eccentrica ereditiera americana, già allora icona dell’arte del Novecento. La stessa che nel 1968, dopo aver visitato la personale dell’esordiente Marina Apollonio alla Galleria Barozzi di Venezia, le commissiona Rilievo n. 505, tutt’oggi parte della Collezione e ora fulcro della mostra. La premessa è doverosa per due motivi. Il primo per consigliare di non perdere assolutamente l’occasione di vedere la mostra Marina Apollonio.
Oltre il cerchio, che chiuderà il 3 marzo prossimo. Dipinti, grafiche e sculture mettono in mostra le numerose strade battute da Apollonio tra strutture e linee, tecniche e materiali.

Mariana Apollonio. Oltre il cerchio, installation view – Courtesy Collezione Peggy Guggenheim – ph. Matteo De Fina

La forma per l’artista va oltre i limiti della superficie e della cornice, rendendo dinamico lo spazio e attivando la percezione in una relazione personalissima – in quanto legata alla percezione e alla sensibilità visiva di ognuno – con l’osservatore. Il cerchio ritorna ossessivamente in infinite variazioni e nella ripetizione si carica di un valore simbolico, rivela il desiderio di espansione, fusione, l’aspirazione alla totalità. Esplorando le variazioni possibili, Apollonio inserisce di colore andando oltre la superficie e ricercando la tridimensionalità. La mostra dialoga idealmente con gli spazi di Palazzo Venier dei Leoni, dove una sala è dedicata esclusivamente ai lavori dei maggiori rappresentanti dell’Arte Optical e Cinetica che Guggenheim collezionò ed espose nel corso degli anni ‘60. Il secondo è un invito ad avere la stessa opportunità che ho avuto io, ovvero incontrare l’artista di persona all’Accademia di Belle Arti di Venezia il 14 febbraio alle ore 17. Marina Apollonio si racconta si prospetta un viaggio in presa diretta attraverso la sua straordinaria carriera, la narrazione appassionata degli esordi, le esperienze formative e i successi che l’hanno resa una delle figure più rilevanti dell’arte Optical Cinetica a livello internazionale. L’incontro, che si preannuncia come un momento di confronto e di ispirazione per le nuove generazioni di artisti, mette in dialogo Marina Apollonio con Marianna Gelussi, curatrice della mostra, Riccardo Caldura, Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, e Karole Vail, Direttrice della Collezione Peggy Guggenheim.

Immagine in evidenza: Marina Apollonio nel 1973 © Archivio Marina Apollonio

Le geometrie di Marina Apollonio alla Collezione Peggy Guggenheim

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