Opera fra le più stimolanti di metà Ottocento, Rigoletto fu inizialmente combattuto dalla censura del tempo, che per ragioni estetiche e politiche aveva molto da obiettare al suo contenuto. Ambientata nel mondo brillante del Duca di Mantova, sovrano assoluto senza scrupoli morali, l’azione si tuffa negli abissi del delitto, ma il libertino scampa al castigo perché l’angelica fanciulla Gilda pagherà per i suoi misfatti. Commissionato nel 1850 dalla Fenice di Venezia, Rigoletto è la prima opera del Verdi maturo e segna la transizione dalla solita forma di aria-cabaletta verso strutture drammatiche più articolate. Verdi stese il grosso della partitura in soli quaranta giorni; la prima riscosse un trionfo, e da allora il Rigoletto non ha mai conosciuto eclissi di popolarità. Questo amatissimo titolo del grande repertorio arriva in laguna nell’allestimento che Damiano Michieletto realizzò nel 2017 per l’Opera Nazionale di Amsterdam, con recite dal 7 al 28 febbraio. In questa suggestiva messinscena, il regista veneziano, coadiuvato dallo scenografo Paolo Fantin, dal costumista Agostino Cavalca e dal light designer Alessandro Carletti, ambienta la tragica azione in un manicomio, dove il buffone di corte è stato rinchiuso dopo essere impazzito di dolore per aver involontariamente provocato la morte della figlia. Sul podio dell’Orchestra e Coro del Teatro La Fenice, uno specialista del repertorio come il direttore Daniele Callegari.