Sardegna 2012-2022

Dieci anni di attività di una Film Commission senza eguali
di Massimo Bran
  • martedì, 6 settembre 2022

Presenza costante alla Mostra del Cinema, Fondazione Sardegna Film Commission non poteva che scegliere Venezia per iniziare i festeggiamenti per i suoi primi dieci anni di attività. Una fitta programmazione di incontri, panel e presentazioni, mixata a dieci appuntamenti/apertivi a Isola Edipo e a un attesissimo party di compleanno in piena regola il 7 settembre a Villa Zavagli, in occasione della prima del film di Salvatore Mereu BENTU, sta restituendo dinamicamente l’energia profusa dal team sardo in questo decennio connotato da un’attività di caratura ed esperienza internazionali.
Ma torniamo indietro nel tempo, al 2012, quando la neo-nata Sardegna Film Commission ha iniziato il suo corso con Satta e Grimaldi alla guida. Un’isola dalla cultura millenaria e una lingua inconfondibile, forte di profumi e paesaggi cinematografici indimenticabili, la Film Commission Sardegna ha creato in brevissimo tempo un vero ecosistema audiovisivo made in Sardegna, coinvolgendo talenti, maestranze e investitori locali e attirando l’interesse internazionale sulla scrittura, la produzione e ultimamente anche l’animazione. Grazie al suo DNA, originale, caparbio e green, FSFC ha potuto raggiungere risultati di rilievo non solo da un punto di vista economico, ma soprattutto creativo sperimentando forme innovative di governance culturale.
Un approccio che contraddistingue anche la presenza stessa della FSFC qui a Venezia, con l’idea di coinvolgere sceneggiatori della Sardegna in un racconto corale, a diversi registri linguistici, per restituire un universo composito e originale. Oggi abbiamo voluto misurare dalle vive voci del Presidente, Gianluca Aste, e del Direttore Generale, Nevina Satta, un bilancio dei risultati più significativi conseguiti in questo intenso decennio, cercando poi di capire quali saranno gli obiettivi prioritari del loro lavoro negli anni a venire.

Inevitabile iniziare con un bilancio di questi 10 anni.
Dieci anni fa siamo partiti a Venezia 2012 dicendo: «Porteremo la Sardegna nel mondo e il mondo in Sardegna». Il nostro percorso parla di una promessa mantenuta, non solo nel mondo del cinema e dell’action, ma anche nel mondo della serialità. L’animazione è per noi il target del futuro prossimo e ovviamente con essa trasciniamo la dimensione video-ludica e terapeutica. Un impegno come istituzione di governance per raccogliere le sfide della realtà aumentata, del metaverso e, ovviamente, dell’intelligenza artificiale, volta a sviluppare processi di innovazione e ricerca che abbiano sempre una finalità di utilità sociale per la comunità. Non solo pura ricerca estetica, ma utilizzo diagnostico e terapeutico dei nuovi strumenti della creatività videoludica in una dimensione che ridefinisce come portare il mondo in Sardegna. Prima l’obiettivo era di far conoscere la Sardegna, ora è di spingere l’acceleratore sul fatto che la nostra regione possa essere un vero e proprio laboratorio civile permanente, dove gli artisti, i registi, le imprese e le istituzioni sanno di trovare un terreno di fortissima sperimentazione, di governance e di metodo di lavoro. Un’azione non solo legata all’ecosostenibilità ma anche alla crescita delle competenze e delle capacità nella comunità. Non più solo cinema made in Sardegna, ma screens made in Sardegna nel senso più ampio del termine, facendo sì che questa finestra del mondo sia il luogo ideale per nuove sfide, con l’Isola a farsi ancora una volta accogliente terra della generatività.

Quale la ricaduta sul territorio della vostra azione in questi dieci anni?
Siamo partiti con un lancio a Venezia e la consapevolezza che 230mila euro non sarebbero stati abbastanza per fare una rivoluzione economica quasi copernicana nell’Isola. La prima partita giocata è stata quella di costruire una squadra di lavoro che creasse progetti e che collaborasse con le diverse anime della Sardegna. La legge Cinema ha consentito alla Regione di investire negli ultimi dieci anni più di 50 milioni di euro sul cinema e sull’audiovisivo, anche grazie alla azione di progettazione della Film Commission. Quella sarda è stata la prima legge regionale dedicata interamente al cinema come vero e proprio volano di sviluppo regionale e con una dimensione più orientata alle industrie creative, allargando progressivamente le finalità di lavoro della Film Commission. I numeri parlano chiaro: si è passati da quel capitale iniziale a fondi che oggi raggiungono un valore annuale di 5.5 milioni di euro per progetti speciali e progetti ordinari, con fondi incoming e con un film fund bandito regolarmente di circa 3 milioni da parte della Regione. Un comparto che viene sempre più convintamente sostenuto e che ha maturato una forte consapevolezza della propria missione e capacità formative. Lo scorso anno la Regione ci ha incaricato nella gestione degli stati generali del Cinema per censire lo stato dell’arte audiovisiva in Sardegna. Il risultato, dopo oltre seicento ore di consultazioni dirette con oltre settecento stakeholder coinvolti, è ora la riscrittura in fase avanzata della nuova legge e il ripensamento anche della relazione sperimentale con altre istituzioni regionali, come l’Assessorato all’Ambiente e l’Assessorato alle Industrie, con l’obiettivo che possano anch’essi collaborare all’Agenda 2030, della quale la Sardegna è una delle regioni più all’avanguardia, per un bisogno di risoluzione di forte contraddizioni di natura sociale e occupazionale. Tutto ciò si traduce in termini ‘cinematografici’: da 6 produzioni nel 2013 a 130 lo scorso anno.

Come festeggiate questi dieci anni?
La nostra Festa è la festa dei talenti e delle opere, quindi organizziamo delle opportunità di promozione e conoscenza dello straordinario portfolio di talenti dell’audiovisivo made in Sardegna nelle principali piazze festivaliere europee e internazionali. Cominciamo da Venezia e continueremo alla Festa del Cinema di Roma con un orientamento più esplicito sull’animazione. I nostri progetti internazionali procedono alla velocità della luce coinvolgendo sempre nuove geografie e giovani talenti. Saremo presenti in Estremo Oriente, precisamente a Busan, e poi negli Stati Uniti, a Londra…
Tutto ciò in preparazione della Berlinale 2023, in occasione della quale avremo delle interessanti sorprese da annunciare. A medas annos, come si dice da noi!

 

BENTU

Liberamente tratto da Il vento e altri racconti di Antonio Cossu (edizioni AEDES, Cagliari), Bentu è la storia di un incontro e scambio tra generazioni, della sfida tra l’uomo e la natura, ma, scrive Mereu nelle note di regia è anche «la storia di un’amicizia, ...

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