Cortesie per gli ospiti

Lilli Muller invita le Nazioni della Terra alla sua "cena globale"
di Fabio Marzari

The Global Supper. A collective meditation on humanity, il lavoro dell’artista Lilli Muller, tedesca di origine, ma basata da tempo a Los Angeles, fino al 15 luglio nel magnifico chiostro della Chiesa della Madonna dell’Orto, rappresenta una delle installazioni più interessanti e di grande impatto che si possono trovare a Venezia in questi mesi stracolmi d’arte.

L’idea è apparentemente semplice: una tavola imperiale sontuosamente imbandita che segue gli spazi del chiostro in cui le architetture si fanno complici del cielo che lo sovrasta in un unico fantastico paesaggio. Lilli Muller ci ha abituato ad una visione dell’arte estremamente forte nel messaggio, quanto realistica nella sua dinamica espressiva. E la sua visione dell’arte come strumento eccezionale di comunicazione risulta sempre più efficace. Una tavola imbandita, tanti posti quante sono le nazioni della Terra – in ogni tovaglietta vi è ricamata la mappa del Paese, con lo scudetto e la bandiera – e su ogni piatto vi è una mascherina in denim, un tessuto forte e popolare per definizione, su cui è ricamata una parola, che secondo l’artista potrebbe simboleggiare al meglio la nazione.Geniale è la disposizione casuale dei posti a tavola, senza seguire criteri geografici, politici o economici. Altro elemento fortissimo è rappresentato dalla trasposizione nella quantità di bevanda presente in ogni bicchiere del PIL pro capite suddiviso per nazione. Bicchieri colmi e bicchieri appena toccati dal colore rosso di un vino metaforico evidenziano in maniera plastica le diseguaglianze tra popoli e la riunione in uno spazio concluso, come il chiostro, grande certo, ma non immenso, riporta alle dimensioni del nostro Pianeta, in cui basterebbero tre grandi tavole unite a contenere tutti i leader per spingerli ad un dialogo sempre più necessario per la sopravvivenza di tutti.«Una Cena Globale metafora dell’Ultima Cena, in cui si rappresentano le diversità del mondo, ma anche la connessione e l’equilibrio, in cui tutti possono sedersi a tavola… in fondo siamo tutti fratelli e sorelle. Siamo l’Umanità».

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