Vi sono alcuni film che godono da sempre di una popolarità straordinaria, alcuni esempi tra gli altri: Via col vento di Victor Fleming, Arancia meccanica di Stanley Kubrick, Apocalypse Now di Francis Ford Coppola, Gli ammutinati del Bounty di Lewis Milestones, Rocky di John G. Avildsen, Il Signore degli Anelli di Peter Jackson. Anche nel mondo operistico vi sono delle opere che si sono imposte perfino nell’immaginario di coloro che in Teatro non vi mettono mai piede: Aida e Traviata di Giuseppe Verdi, Tosca di Giacomo Puccini (Vissi d’arte, la celebre aria), l’aria Nessun dorma in Turandot sempre di Puccini identificata con il popolare «Vincerò!» e sicuramente, fin dal successo straordinario del suo debutto alla volta del 1890 presso il Teatro Costanzi di Roma, Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni.
Il libretto, tratto dalla novella di Giovanni Verga da Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci, offre una vicenda scarna, violenta, soluzione ristretta dello scontro fra forze primordiali ed arcaiche: odio, possesso, amore, prevaricazione, onore, morte, tragedia. Un gorgo denso, avvolgente e tremendo, emozionante. Cavalleria rusticana va in scena al Teatro La Fenice di Venezia da venerdì 25 agosto con l’Orchestra e coro del Teatro La Fenice diretti da Donato Renzetti.