Meraviglioso Orrore

Dalla Mostra alla storia, il fascino del gotico al cinema
di Andrea Zennaro
  • domenica, 3 settembre 2023

Un sottogenere del cinema dell’orrore che continua fino ai nostri giorni ad essere più che fertile e fecondo di nuove opere, a volte di grande valore, è quello del gotico che fino agli albori dell’arte cinematografica ha visto i cineasti confrontarsi con il suddetto filone: nella stragrande maggioranza i film sono ambientati durante il XIX secolo anche se alcune trasposizioni sono inserite nella contemporaneità. La derivazione letteraria è diretta e, se già Georges Méliès nel 1896 gira un proto gotico dal titolo Le manoir du diable, è con il Nosferatu di Murnau, uscito nel 1922, che il genere diventa a tutti gli effetti una fonte di intrattenimento inesauribile. In Francia nel 1928 esce La caduta della casa degli Usher che il regista Jean Epstein porta sul grande schermo rielaborando l’omonimo racconto di Edgar Allan Poe, scrittore gotico per eccellenza.
Negli anni Trenta la Universal riporterà i vampiri al cinema con il Dracula/Bela Lugosi (1931) ed altri mostri compreso Frankenstein (1931) con lo straordinario Boris Karloff che tornerà nei panni della creatura nel 1935 nell’ancor più visionario La moglie di Frankenstein. Intanto il danese Carl Theodor Dreyer gira il capolavoro del 1932, Vampyr – Il vampiro, una cupa e suggestiva opera onirica che il regista ha diretto prendendo spunto dal racconto Carmilla (1872) di Sheridan Le Fanu precedente al Dracula di Bram Stoker.

Dracula (1931), Directed by Tod Browning, shown: Bela Lugosi

Negli anni Cinquanta e Sessanta la Hammer in Inghilterra riporta Dracula il vampiro (1958) al cinema con il divo Christopher Lee, sempre in coppia con Peter Cushing, e la factory di Roger Corman, negli States, produce una serie di pellicole del filone gotico tratte dai racconti di Poe tra cui I vivi e i morti (1960), Il pozzo e il pendolo (1961), La città dei mostri (1963) in realtà tratto da Lovecraft, La maschera della morte rossa (1964) e La tomba di Ligeia (1964) con Vincent Price protagonista assoluto.
In Italia, grazie a Mario Bava ed alla sua opera prima La maschera del demonio del 1960, interpretato dalla splendida e tenebrosa Barbara Steele, icona del genere, vengono prodotte un’infinità di pellicole horror gotiche dove spiccano alcuni gioiellini molto amati dai cinefili francesi e statunitensi. Con l’episodio I Wurdulak da I tre volti della paura (1963), La frusta e il corpo (1963) e Operazione paura (1966) il maestro del macabro Mario Bava traccia le linee guida del genere con il quale, curiosamente, chiude anche la sua carriera registica: La Venere d’Ille, episodio della serie TV Rai del 1979 I giochi del diavolo. Storie fantastiche dell’Ottocento diretto con il figlio Lamberto Bava, è il suo ultimo lavoro dietro la macchina da presa.
Sono da ricordare tra i gotici italiani: Il mulino delle donne di pietra (1960) di Giorgio Ferroni, L’orribile segreto del dr. Hitchcock (1962) di Riccardo Freda, I lunghi capelli della morte (1964) e Danza macabra (1964) entrambi di Antonio Margheriti, Un angelo per Satana (1966) di Camillo Mastrocinque.

Intervista con il vampiro, Neil Jordan, 1994

Arrivando a tempi più recenti occorre ricordare il sontuoso Dracula di Bram Stoker (1992) di Francis Ford Coppola, Intervista col vampiro (1994) di Neil Jordan, il tripudio gotico di Tim Burton Il mistero di Sleepy Hollow (1999), ma anche il film Crimson Peak (2015) di Guillermo del Toro ed alcuni episodi della sua serie antologica Cabinet of Curiosities (2022) ed inoltre la serie Chapelwaite (2021) tratta dal racconto Jerusalem’s Lot di Stephen King, e Demeter – Il risveglio di Dracula (2023) del norvegese André Øvredal, aspettando il Nosferatu di Robert Eggers.

 

Immagine in evidenza: Vampyr – Il vampiro, 1932

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