Trasposizione cinematografica del saggio bestseller del 2020, Caste: The Origin of Our Discontent, di Isabel Wilkerson, prima donna di origine afroamericana a vincere i...
Giornalista e prima donna afroamericana a vincere il prestigioso Premio Pulitzer, Isabel Wilkerson si era già fatta un nome con Al calore di soli lontani, un racconto-inchiesta pubblicato nel 2010. Il libro esplorava l’epica migrazione dei milioni di neri che abbandonarono il Sud degli Stati Uniti a partire dagli anni ‘20 per sfuggire alle leggi Jim Crow, emanate per stabilire e mantenere la segregazione razziale.
Nel 2020 esce Caste: The Origins of Our Discontents. La tesi centrale del libro, dal quale la regista Ava DuVernay ha tratto il film Origin presente in Concorso, è che per affrontare il tema razziale occorre analizzare il sistema delle caste. «Caste is the bones, race the skin».
Per descrivere l’influenza sotterranea ma potente del sistema talvolta invisibile delle caste, Wilkerson richiama un episodio accaduto nel 2016, anno in cui nella tundra siberiana si verificò un innalzamento delle temperature tale da sciogliere il permagelo e far riemergere germi produttori di spore rimasti nelle carcasse di renne morte agli inizi degli anni ‘40, causando un’epidemia di antrace tra la popolazione.
Il sistema di caste è dentro di noi – dice Wilkerson – pronto a riemergere. L’autrice analizza gli Stati Uniti con ricchezza di dettagli, facendo riferimento anche allo scrittore francese Alexis de Tocqueville. Nel 1830 Tocqueville ebbe a scrivere che solo la superficie della società americana è dipinta di democrazia. Inoltre, Wilkerson dedica grande attenzione al sistema di caste in India, le cui origini storiche sono ancora incerte (si ipotizza che gli Arii, una popolazione indoeuropea con la pelle più chiara proveniente dal Nord, abbiano respinto verso Sud gli abitanti preesistenti). L’autrice infine esamina la legislazione nazista contro gli ebrei e altri gruppi etnici, gettando uno sguardo anche su come questa guardasse da tempo agli Stati Uniti della white supremacy.
Caste offre molti altri episodi curiosi, come quello riguardante la visita di Martin Luther King in India, precisamente a Kerala, nel 1959, presso un’università. Durante la visita il rettore lo presentò agli studenti con queste parole: «I would like to present to you a fellow untouchable from the United States of America», vale a dire «vi presento un intoccabile degli Usa». Un momento significativo che mette in luce le connessioni presenti e vive in tutto il mondo tra l’idea di casta e le discriminazioni razziali.
Il testo è anche ricco di analisi storiche e sociologiche molto accurate, a partire dalla ricerca approfondita dei pilastri su cui si regge il sistema delle caste, ad iniziare dalla religione e dalla maledizione originaria di Noè su Canaan (Genesi 9:24).
Non manca una citazione moderna tratta dal film The Matrix, quando l’Oracolo spiega il movimento degli uccelli dicendo che un programma è stato scritto per sorvegliare gli alberi e il vento, l’alba e il tramonto e che ci sono programmi in esecuzione ovunque. Il saggio si configura dunque come un appello alla riflessione, poiché, come conclude Wilkerson, «un mondo senza caste libererebbe tutti».