Il tocco di Holly

La regista belga Fien Troch in Concorso con un mistico coming-of-age
di Marisa Santin
  • giovedì, 7 settembre 2023

Dopo Home (premio miglior regia Orizzonti 2016) la regista belga Fien Troch torna a esplorare l’adolescenza attraverso gli occhi di Holly, una quindicenne dotata di un particolare sensibilità, che le permette di sollevare le persone dalle loro sofferenze. La sua sola presenza trasmette tranquillità, calore e speranza in una comunità che ha appena subito un trauma. Questo talento la rende speciale, ma anche più vulnerabile e sola.

Il tema dell’adolescenza attraversa molti dei suoi film. C’è qualcosa di personale in questa scelta?
C’è sempre qualcosa di autobiografico, ovviamente, perché si tende ad attingere alle cose che abbiamo intorno. Nei mei primi film c’è sempre la presenza di bambini, specialmente nei miei primi lavori. C’è in loro un elemento di innocenza che mi interessava rispetto al mondo degli adulti.
In Home, invece, ho voluto parlare di adolescenti perché, in quel periodo, avevo due figli piccoli. Mi sentivo troppo coinvolta personalmente come madre. Sentivo semplicemente il bisogno di prendere una certa distanza dai miei personaggi per poterne parlare senza troppo coinvolgimento personale. Quando stavo sviluppando il personaggio di Holly, all’inizio non ero sicura di che età dovesse avere. Poi ho capito che se Holly fosse stata troppo giovane, le richieste che le persone le facevano sarebbero sembrate un abuso. D’altra parte, se fosse stata più grande, diciamo una giovane adulta o una donna, sarebbe diventato molto complicato far emergere la sensazione che potesse usare il suo talento per ingannare le persone. Quindi, 15 anni sembravano l’età giusta per Holly.

 

HOLLY

HOLLY

Dopo un terribile incendio scoppiato a scuola, nel quale molti ragazzi sono rimasti feriti e uccisi, la comunità, sconvolta, si riunisce tentando di superare la tragedia. Quella mattina la quindicenne Holly aveva telefonato per avvisare della sua assenza per l’intera giorna...

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A causa di questa sua sensibilità unica, Holly viene chiamata “La strega”. Questa è una vecchia storia, non è così?
La sua sensibilità non viene percepita come un talento, ma piuttosto come qualcosa di strano, persino repellente. Quindi, fin dall’inizio, la definiscono “La Strega” anche senza comprendere appieno il vero significato della parola. È semplicemente un termine che le persone adoperano facilmente quando qualcuno non è completamente conformato agli altri.

Questo è anche un film sulla difficoltà di accettare il dolore?
Il dolore porta ad una devastazione interiore difficile da accettare. Tuttavia, è proprio per questo motivo che le persone si rivolgono alla preghiera e cercano l’aiuto di Holly, poiché non accettano il fatto che i loro figli si trovassero semplicemente nel posto sbagliato al momento sbagliato. La storia aveva bisogno di questa comunità in lutto per rendere evidente come le persone tendano a cercare delle spiegazioni invece di accettare l’imprevedibilità della vita. Volevo anche sottolineare l’importanza della spiritualità in un mondo in cui spesso cerchiamo risposte online, attraverso la tecnologia e sui social media, pensando erroneamente che tutto sia spiegabile, privo di mistero. Anche se le persone potrebbero essersi allontanate dalla spiritualità, nel film tutti si rivolgono a Holly per trovare ragioni e risposte. Inizialmente, ho scelto il nome Holly perché evocava l’immagine di una ragazza bella, dolce e innocente. In seguito, ho realizzato il collegamento con la parola “Holy” [santo] e ho pensato che fosse proprio il nome giusto.

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