Dreamin’ Wild_Non c’è dubbio che Dreamin’ Wild sia un film hauntology, in cui le canzoni del disco realizzato trent’anni prima, era il 1979 – quando aveva 17 anni – ritornano nella vita di Donnie Emerson distorte, come fantasmi del passato che infestano il presente. La nostalgia diventa allora un ritorno delle idee e dei ricordi del passato impossibili da controllare, anzi, sotto forma di disturbi e di turbamenti. Va anche detto che la gemma musicale dei fratelli Emerson, Baby, fu rifatta trent’ anni dopo dando un importante contributo al revival degli Emerson, da un musicista dal nome molto affascinante, Ariel Pink Haunted Graffiti (vedete che ritorna, il concetto di hauntology?), che trasformò la melassa zuccherosa dell’originale in un pezzo indie, rispettoso dell’originale ma con un vago andamento militare. Va anche detto, e qui chiudo, che il 6 gennaio 2021 APHG si trovava a Washington in mezzo ai sostenitori di Donald Trump in attesa di dare l’assalto al Campidoglio. Lui sostiene che si trovava lì per un concerto da tenersi per i ribelli, ma quando è cominciato l’assalto, è tornato in albergo.…
The Son_Per Hans Zimmer gli ultimi anni sono stati estremamente proficui: nel 2021 ha firmato la colonna sonora di No Time to Die, quest’anno quella di Top Gun: Maverick. Quella di The Son non ci ha particolarmente entusiasmato, adottando un approccio molto sobrio e di accompagnamento al film: forse nella consapevolezza non sbagliata che la rappresentazione della depressione borderline dell’adolescente protagonista del film, nella sua precisione quasi pornografica, non avesse bisogno di una musica troppo personale ed avvolgente.