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  • giovedì, 7 settembre 2023

Coming of Age

di Riccardo Triolo

Storie di giovani ribelli, inquieti e alla ricerca del limite oggi al Lido. Apre il Concorso quello che sembra un tuffo in una sorta di realismo magico. Holly, della belga Fien Troch, già vincitrice nel 2016 del premio per la miglior regia qui al Lido con Home, racconta la storia di un’adolescente dai singolari poteri premonitori e benefici. Un’altra incursione della regista nel coming of age, questa volta con lo zampino dei Fratelli Dardenne alla produzione.
Dalla parte di Orizzonti troviamo Paradise Is Burning, di produzione italo-svedese e diretto da Mika Gustafson. La storia, ambientata nella Svezia popolare, segue le vicissitudini di tre sorelle abbandonate da una madre assente. A fargli eco, ancora in Orizzonti, la grande fuga a bordo di un van di cinque adolescenti intenzionati a raggiungere il Pacifico partendo dall’Oregon nel racconto di Bill e Turner Ross Gasoline Rainbow, un altro coming of age in questa giornata che sembra dedicata alle inquietudini e ai sogni delle giovani generazioni. Ma è anche il giorno di autori fuoriclasse. L’ottimo Giorgio Diritti con il suo Lubo ci racconta una storia potente, quella di Lubo Moser (Franz Rogowski), un nomade di etnia jenisch chiamato alle armi nel 1939 dall’esercito svizzero, salvo poi scagliarsi contro il programma governativo Kinder der Landstrasse, colpevole di avergli sottratto i figli in quanto zingari.
Fuori Concorso, invece, scendiamo nelle viscere di una Roma al contrario con Amor, della videoartista e documentarista Virginia Eleuteri Serpieri, un viaggio alla ricerca delle dolorose tracce della madre suicida in una città senza tempo. Per finire, sorprenderà come sempre Quentin Dupieux, alias Mr. Oizo, poeta dell’assurdo che sfida la logica e gioca con le immagini anche questa volta, incontrando (forse) nientemeno che Salvador Dalì! Il suo Daaaaaalì! è una promessa che, neanche a dirlo, sarà brillantemente disattesa dal più bizzarro e imprevedibile anti-autore d’oltralpe. Un adolescente atipico, orgogliosamente mai cresciuto.

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Ultimi tre titoli in Concorso al Lido oggi, verso la chiusura di una Mostra povera di star hollywoodiane ma ricca – come sempre – di titoli memorabili. Il primo a correre per il Leone d’Oro è Kobieta Z... (Woman of), dolorosa storia di transizione: un buon marito e padre giorno dopo giorno scopre di essere a disagio con la propria identità. Alla regia i polacchi Małgorzata Szumowska e Michał Englert. La vicenda di un amore forse ritrovato è alla base del secondo titolo in Concorso, il francese Hors-saison di Stéphane Brizé, già a Venezia due anni fa con Un altro mondo...
Storie di giovani ribelli, inquieti e alla ricerca del limite oggi al Lido. Apre il Concorso quello che sembra un tuffo in una sorta di realismo magico. Holly, della belga Fien Troch, già vincitrice nel 2016 del premio per la miglior regia qui al Lido con Home, racconta la storia di un’adolescente dai singolari poteri premonitori e benefici. Un’altra incursione della regista nel coming of age, questa volta con lo zampino dei Fratelli Dardenne alla produzione...
Oggi in Concorso due film forti, politici nel senso più nobile e autentico del termine. Il primo è Io capitano, l’attesissima epopea di Seydou Sarr e Moustapha Fall, due amici che lasciano Dakar, attraversano il deserto, sopravvivono all’inferno libico e infine si imbarcano per l’Europa. A raccontare questa moderna Odissea è Matteo Garrone, che già con Gomorra ha dimostrato di saper adoperare la fiction per approdare a verità sommerse, scomode, inenarrabili. Gli fa eco la più importante regista afroamericana di sempre, Ava DuVernay, che ha scelto Venezia per presentare il suo Origin, tratto da un libro che negli USA è un caso editoriale...
Con Enea, Pietro Castellitto gira un film ambizioso, una produzione ricchissima per una storia di amicizia e perdizione che lo vede anche in veste di attore al fianco di Benedetta Porcaroli. Girato in semi clandestinità, Green Border (Venezia 80) di Agnieszka Holland racconta le condizioni dei rifugiati nella foresta al confine tra Polonia e Bielorussia, dove è stato eretto un muro d’acciaio di 186 chilometri. Una crisi umanitaria spaventosa di cui si parla troppo poco, che nessuno vuole veramente risolvere e che la regista polacca ha invece deciso di raccontare, sfidando le autorità locali...
Oggi è il giorno di Woody Allen e di Sofia Coppola, due certezze di questa Mostra. Allen, ormai perseguitato – a torto o a ragione – da eterne accuse di molestia, porta al Lido fuori concorso il suo film parigino e francofono Coup de chance, un dramma borghese interpretato da Niels Schneider e Lou de Laâge e fotografato da Vittorio Storaro. La vicenda vede protagonista una giovane coppia minacciata però dalla figura di un avvenente scrittore bohémien e forse da un oscuro segreto. Altro dramma borghese, ma dalle atmosfere decisamente più accese, è l’atteso Priscilla di Sofia Coppola (Concorso), che racconta la turbolenta storia d’amore e tradimenti di Elvis e Priscilla, interpretati da...
A volte ritornano, come David Fincher, geniale e irrequieto capofila della post-Hollywood, che a 24 anni da Fight Club torna in Concorso a Venezia con The Killer, fosco thriller psicologico tratto dalla graphic novel di Matz e Jacamon, scritto da Andrew K. Walker (Seven) e interpretato da Michael Fassbender. In un inquietante futuro si muove il francese Bertrand Bonello con il distopico La Bête, liberissimamente tratto dal racconto The Beast in the Jungle (1903) di Henry James, dove Léa Seydoux rincorre il proprio passato in una società che teme le emozioni; mentre nel tedesco Die Theorie von Allem di Timm Kröger (già nella SIC del 2014 con Léa Seydoux) uno scienziato...
E dopo l'arcigna e autoritaria direttrice d'orchestra (di finzione) Cate Blanchett vista l'anno scorso in Tár ora tocca ad un camaleontico Bradley Cooper dirigere e interpretare la vita (vera) di Leonard Bernstein, la più mediatica, estroversa e multiforme personalità musicale del Novecento, con un focus sulla sua tormentata sfera privata e sul rapporto con la moglie Felicia (Carey Mulligan). Tutt'altra musica è quella del rapper texano Travis Scott, idolo delle folle giovanili, coprotagonista di AGGRO DR1FT, full immersion sperimentale e neopsichedelica in salsa noir...
Una giornata particolare e molto italiana, con una (meglio?) gioventù in cerca di riscatto. In Concorso Saverio Costanzo torna per la quarta volta (più una da giurato) al Lido con Finalmente l'alba, crudele spaccato sulla Cinecittà degli anni '50 quando era chiamata “Hollywood sul Tevere”; una storia di aspirazioni frustrate e fragili equilibri giovanili si dipana anche in Una sterminata domenica (Orizzonti) di Alain Parroni mentre tra gli Extra arriva il debutto registico di Micaela Ramazzotti con Felicità, dura vicenda di emancipazione per fratello e sorella oppressi da genitori soffocanti...
Un creatore e un distruttore, due vite a confronto. In Concorso arrivano Ferrari dell'ottantenne instancabile e vulcanico Michael Mann, con un irriconoscibile Adam Driver nei panni del leggendario imprenditore automobilistico in un momento difficile della sua vita pubblica e privata; e El Conde di Pablo Larraín, veterano della Mostra, nuova variazione horror-grottesca sulla martoriata storia del proprio Cile, dove Augusto Pinochet  ‘diventa’ ciò che era: un vampiro mai sazio di sangue. Ma occhio anche a Dogman, ritorno di Luc Besson al suo tipico stile adrenalinico e iperbolico con il ritratto di un uomo emarginato in stretta e vendicativa comunicazione con i suoi fedelissimi cani.
Un passato che parla al presente e un presente che teme il futuro. La vicenda del messinese (ma cresciuto a Chioggia) Salvatore Todaro, comandante del sommergibile “Cappellini”, che nel 1940 affondò nell'Atlantico un mercantile nemico armato ma poi ne trasse in salvo i naufraghi per condurli, in base alle leggi del mare e correndo enormi rischi, in un porto sicuro, acquista oggi una valenza etica che non ha bisogno di sottolineature. Ed è a questa lezione di civiltà che fa appello Comandante, il film di apertura di Edoardo De Angelis (Indivisibili, Giornate degli Autori 2016) e primo italiano in Concorso, con protagonista Pierfrancesco Favino.

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