I video di Arthur Jafa sembrano sempre essere qualcosa che stavamo aspettando. L’artista crea quello che definisce un cinema che «cerca di replicare il potere, la bellezza e l’alienazione della musica nera», un modo per far sentire le immagini nel corpo con la stessa sensualità della frequenza sonora e dell’intonazione verbale. Le sue opere entrano ed escono dal mondo del cinema, della musica e dell’arte senza mai stabilirsi in uno di essi; il suo è puro linguaggio contemporaneo. I contenuti sono legati alla specificità della cultura afroamericana, sostenuti da una costruzione di immagini in continua trasformazione, sia da un punto di vista formale, attraverso montaggi che giustappongono una cosa dopo l’altra in modo che si possano tenere nell’‘occhio’ della mente più immagini contemporaneamente, sia dal punto di vista pittorico creando un’immagine in movimento.
akingdoncomethas (2018, 105’), proiettato l’8, 9 e 10 settembre a Teatrino di Palazzo Grassi come spin-off della mostra Icônes di Punta della Dogana, si compone di una serie di clip che Jafa ha reperito su Internet.
I filmati ritraggono pastori che pronunciano sermoni e cantanti e cori che eseguono canzoni gospel per le rispettive congregazioni religiose. Sequenze attraverso le quali Jafa fa emergere l’etica della chiesa cristiana nera (pentecostale) e la sua estetica: l’ondulazione delle voci, il ritmo lento della testimonianza, il lamento, l’urlo e i momenti di riflessione. Allo spettatore rimane la consapevolezza non solo di ciò che costituisce un programma di chiesa, ma anche di come ci si sente, sensazione quest’ultima che forse conta di più per l’artista.
Ingresso libero sino a esaurimento posti.
akingdoncomethas di Arthur Jafa
8, 9, 10 settembre h. 10.15/12/13.45/15.30/17.15
Teatrino di Palazzo Grassi, Venezia
www.pinaultcollection.com
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