Al centro esatto del presente

Parola a Beatrice Fiorentino, Delegata della 38. Settimana della Critica
di Davide Carbone
  • martedì, 5 settembre 2023

Pienamente calata nella Mostra, con eventi speciali e un concorso dal consueto alto tasso di qualità, la Settimana Internazionale della Critica tocca quota 38 edizioni con proposte eterogenee di cinema contemporaneo legate tra loro dal fascino di storie che portano la più viva realtà sullo schermo.

Una Settimana Internazionale della Critica che vuole riportare lo sguardo al centro del proprio programma. Da quali urgenze nasce la selezione 2023?
In primis, da urgenze formali. Siamo di fronte a proposte originali, potenti, che non passano inosservate e regalano il piacere più puro dell’esperienza filmica. Dichiarazioni estetiche, ma anche affermazioni politiche, pienamente consapevoli della complessità del presente. Entriamo in contatto con stati di alienazione, la definizione di (nuove) identità, la relazione dell’individuo con lo spazio circostante, oltre che con temi di attualità come la marginalità delle banlieue, la “spider invasion” come metafora della minaccia neo-capitalista, la discriminazione e gli abusi sulle atlete intersessuali in ambito olimpionico.

La presenza femminile si fa sempre più imponente, aspettando il tempo in cui questo non farà più notizia. Quali le originalità delle figure selezionate?
Accogliamola comunque come una buona notizia, segnale del fatto che forse qualcosa sta davvero cambiando, perché il numero di film ricevuti a firma femminile è sensibilmente aumentato e solo in questo modo si può finalmente ragionare in termini qualitativi e non di quote, come tutti e tutte auspichiamo.
Non vedo nei film che abbiamo selezionato una caratteristica particolare che determini uno “sguardo femminile”, ammesso che uno “sguardo femminile” esista e sia in qualche modo codificabile. Parlerei di sensibilità diverse, ma questo vale per tutti i film, indipendentemente dal genere a cui il regista appartiene. The Vourdalak è una storia di vampiri che canta a suo modo la possibile fine del patriarcato, ma è girato da un uomo, mentre Life Is Not a Competition, But I’m Winning è girato da una donna, portando avanti una visione queer che supera appunto la binarietà uomo/donna. È anche vero che lo sguardo di Tana Gilbert sulle detenute di un carcere femminile in Malqueridas è particolarmente ‘vicino’ e che in About Last Year l’osservazione dei corpi di tre giovani donne portata avanti da tre registe donne, centrale nel racconto, presenta un punto di vista sempre complice e affettuoso, mai sessualizzato o desiderante. E questo è uno dei punti di forza del film. Se lo sguardo fosse stato quello di un maschio eterosessuale probabilmente sarebbe stato diverso, chissà.

PASSIONE CRITICA

PASSIONE CRITICA

Un documentario che mette in discussione la stessa definizione e i confini del cinema attraverso un’analisi delineata dagli interventi di prestigiosi testimoni e dal montaggio di materiale di repertorio dagli anni Sessanta ad oggi. Uno studio sul rapporto tra critici e auto...

LEGGI

Il documentario Passione critica è l’atteso evento speciale in collaborazione con Biennale e Giornate degli Autori. Come nasce e arriva al Lido la pellicola di Simone Isola, Franco Montini e Patrizia Pistagnesi?
Passione critica nasce da un’idea di Cristiana Paternò in occasione del cinquantesimo anniversario del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Il documentario raccoglie testimonianze e ricordi che da un lato aiutano a conoscere la nostra storia e a ridefinire la nostra identità di critici nel presente, dall’altro instaurano un dialogo con alcuni degli autori più importanti del cinema italiano. Questo confronto – a volte anche acceso – tra critica e autori ha regalato vivacità, portando il film in direzioni inaspettate.

SIC@SIC, la sezione dedicata ai cortometraggi curata dal 2016 assieme a Cinecittà, sempre più scommessa vinta, vede in apertura Incontro di notte del Leone d’Oro Liliana Cavani e in chiusura Tilipirche di Francesco Piras. Ci parli di questi lavori.
Nell’anno in cui Liliana Cavani riceve dalla Biennale il Leone d’Oro alla carriera, le rendiamo omaggio con la sua prima regia in assoluto (nella versione digitalizzata dal Centro Sperimentale di Cinematografia). Pur trattandosi di una esercitazione del 1961, Incontro di notte è già un film modernissimo che mette al centro il tema della discriminazione, ma in cui – soprattutto – si vedono in nuce le potenzialità dell’autrice. Ciò sta a indicare quanto la tappa del cinema breve sia in realtà cruciale e come il talento di un cineasta, la ‘scintilla’, sia riconoscibile già in questa fase primordiale. È proprio di quella scintilla che andiamo in cerca a SIC@SIC.
Tilipirche, invece, ci riporta nel cuore del presente. È una sorta di western, un racconto aspro e duro ambientato nella campagna arsa dal sole che alza la soglia di attenzione sull’emergenza ambientale che incombe. Francesco Piras ha girato nel Comune sardo di Noragugume, nei momenti più drammatici di un’invasione di cavallette che ha interessato il territorio, mettendo in ginocchio allevatori e agricoltori della piana del Tirso.

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