Cédric Kahn è una figura a tutto tondo: regista, sceneggiatore, negli ultimi anni anche attore. Con Making Of, presentato Fuori Concorso, offre un riassunto comico e ironico di tutto ciò che può accadere dietro e davanti alla telecamera.
Come le è venuta l’idea di questo film?
Ho voluto fare un film sociale sul cinema, con il tono della commedia. È un insieme di vissuto, le paure di tutto quello che può accadere durante le riprese di un film, con una parte di invenzione, di esagerazione per soddisfare i bisogni della finzione. Conosco molto bene il mondo del cinema ed è per questo che ne volevo parlare, mostrandolo in modo personale e credo non corrispondente all’immagine che la gente può avere del “dietro le quinte” cinematografico.
Simon è un famoso regista francese che si trova ad affrontare moltissimi problemi nella lavorazione del suo ultimo film: tagli di budget, scioperi della troupe e un attore protagonista con il quale la convivenza è davvero infernale. Quando tutto sembra spingere il cineasta v...
Ha presentato Le Procès Goldman a Cannes quest’anno, film che racconta un evento che ha sconvolto la Francia negli anni ‘70. Oggi Making Of, che parla di conflitti sociali nel cinema. È una sua urgenza espressiva rendere conto delle tensioni che risuonano in Francia oggi?
C’è sempre stato un aspetto sociale nei miei film, più o meno nascosto. Making Of si inserisce nel solco tracciato dai film che ho già realizzato. Per la prima volta però affronto il registro della commedia, pur non allontanandomi dalla mia cifra stilistica abituale. Il cinema deve avere una dimensione sociale e politica: in questo caso mi premeva parlare di violenze sociali in un mondo in cui il grande pubblico non si aspetta che ce ne siano…
Che tipo di reazione si aspetta da parte del pubblico, soprattutto del pubblico della Mostra del Cinema?
Il mio timore è che gli spettatori non siano interessati a vedere un film sul cinema. Detto ciò, sono molto felice di presentarlo in anteprima in Italia perché mi sono molto ispirato al cinema italiano, in particolare alla sua tradizione tragicomica. In Francia tendiamo a mescolare molto meno i generi cinematografici. Per Making Of alcuni film d’Oltralpe mi hanno letteralmente nutrito, in particolare quelli di Nanni Moretti.