A soli 3 mesi di distanza dall’ultima edizione, caratterizzata da un grande successo di pubblico, Cinema Svizzero a Venezia torna ad accendere lo schermo di Palazzo Trevisan degli Ulivi, sede del Consolato di Svizzera a Venezia, con un programma interamente dedicato al cinema svizzero di lingua francese in occasione di Venise pour la francophonie. L’inedita Spring Edition fa da apripista alla 12° edizione di Cinema Svizzero a Venezia, che già si annuncia come la più ricca di sempre con altri 2 appuntamenti in programma per l’estate e la fine dell’anno. 5 lungometraggi in programma (4 film della stagione in corso e 1 “classico”), espressione della vivacità creativa del cinema svizzero francofono, tra cinema di finzione e documentario, e con una grande varietà di genere, dal dramma contemporaneo a quello “storico”, dalla commedia alla satira.
La manifestazione, curata da Massimiliano Maltoni, si apre lunedì 27 marzo alle 18 in presenza della produttrice ginevrina Flavia Zanon, con un saluto della Console generale aggiunta di Svizzera a Milano, Sandra Caluori. A seguire, viene proiettato il travolgente Foudre, opera d’esordio della regista Carmen Jaquier, che firma un dramma storico visivamente sontuoso che esplode nei colori delle montagne svizzere. Doppio appuntamento, martedì 28 marzo, con il documentario État de nécessité, che sarà presentato alle 18, in anteprima per l’Italia, dal regista Stéphane Goël. Il film ci mette di fronte a una reale emergenza planetaria, quella del cambiamento climatico, e racconta delle vicissitudini processuali di un gruppo di giovani attivisti e dei loro avvocati che con grande coraggio lottano per sensibilizzare l’opinione pubblica e il governo federale a prendere provvedimenti per la salvaguardia del nostro futuro. In serata, alle ore 21, un’autentica gemma del cinema svizzero d’antan che torna a risplendere grazie al recente restauro della Cinémathèque Suisse, L’Inconnu de Shandigor, folle e visionaria spy story che in un colpo solo si prende gioco delle ossessioni della Svizzera di fine anni ’60 e dei film spionistici alla 007 che allora godevano di enorme successo. All’insegna degli “sguardi al femminile”, la giornata di chiusura, mercoledì 29 marzo, si apre alle 18 con l’irresistibile commedia Last Dance, opera seconda di Delphine Lehericey, grande successo in Piazza Grande all’ultimo Festival di Locarno. Con la complicità e le coreografie di La Ribot, Leone d’Oro alla Biennale Danza 2020, la Lehericey firma con un tocco leggero e grande profondità una storia d’amore a tratti anche irriverente, sulla forza e la capacità dei sentimenti di travalicare il tempo. A concludere parentesi primaverile, alle 21, La Ligne, ennesimo capolavoro di Ursula Meier, punta di diamante del cinema d’autore europeo, con una straordinaria Valeria Bruni Tedeschi.
Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.