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ANTONIO E CLEOPATRA

Stagione di Prosa 2023/2024
14 Marzo 2024

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17 Marzo 2024

Da giovedì 14 a domenica 17 marzo, quattro recite al Teatro Goldoni per immergersi in un capolavoro di William Shakespeare raramente rappresentato in Italia. Scritta tra il 1607 e il 1608, la tragedia Antonio e Cleopatra, è tra le più alte ed evocative opere del bardo inglese. Il titolo è stato scelto dal direttore di ERT / Teatro Nazionale, Valter Malosti, per la sua nuova regia, di cui cura anche la traduzione italiana in versi insieme alla studiosa Nadia Fusini.
I protagonisti sono Malosti, che ricopre in questa produzione la duplice veste di regista e interprete, e Anna Della Rosa, già finalista ai Premi UBU 2021 come miglior attrice per la sua interpretazione della regina d’Egitto in Cleopatràs di Giovanni Testori. La vicenda ha al centro la storia d’amore tra uno dei triumviri di Roma, Antonio, e la regina d’Egitto, Cleopatra. Il primo ha abbandonato Roma, la moglie, la vita politica e militare, completamente assorbito dall’amore per quella che, per i suoi detrattori, è considerata una straniera dai facili costumi. Tensioni politiche e minacce militari che ne mettono a rischio la posizione, spingono però Antonio a tornare a Roma e scontrarsi in battaglia con i suoi antagonisti, soprattutto Cesare Ottaviano (Dario Battaglia).
Una decisione che crea non pochi turbamenti nella relazione con Cleopatra, ma soprattutto un tumulto interiore nel protagonista, diviso tra l’amore per la regina e per la vita egiziana, e la volontà di non disperdere tutto ciò per cui ha combattuto nella sua vita. Tutta l’opera è intessuta e costruita sul gioco dell’opposizione: maschile e femminile, dovere e piacere, giovinezza e vecchiaia, antico sapere egizio e politica romana. Uno spettacolo di grande potenza espressiva che tocca diversi registri, dal comico al tragico, con anche alcuni interventi meta-teatrali.
Per Valter Malosti i due protagonisti sono «straripanti, politicamente scorretti e pericolosamente vitali». La figura stessa di Antonio è considerata e vissuta da Malosti quasi alla stregua di un “buffone tragico”, che trasporta lo spettatore insieme all’amata in una sorta di baccanale egiziano, superando la ragione e i giochi della politica.

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