In occasione della mostra Inge Morath. Fotografare da Venezia in poi, a Palazzo Grimani fino al 4 giugno, l’incontro con il prof. Italo Zannier permetterà di sviluppare il tema della fotografia come “atto imprescindibile” e come passione di una intera vita, così come è stato per Inge Morath. Sarà inoltre l’occasione per parlare dell’ultimo fotolibro di Italo Zannier, dedicato alla montagna dimenticata ed intitolato Palcoda (editrice Quinlan): il fotografo si è arrampicato a novant’anni per realizzare un racconto per immagini che restituisce l’atmosfera dei luoghi evitando il sensazionalismo delle immagini spettacolari e mettendo in risalto la complessa semplicità di queste montagne friulane.
Il volume descrive una Montagna “senza neve”, ovvero senza la “neve turistica”, quella montagna che della neve subisce solo le avversità e i disagi e che è rimasta fuori dal circuito turistico di ripopolamento e attività turistica. Palcoda non ha nemmeno goduto del recupero straordinario avvenuto in conseguenza del terremoto del 1976, perché talmente isolata e fuori dalle rotte che non è stata, a suo tempo, inserita nel Piano di recupero. Il fotolibro è nato con l’intento di stimolare la coscienza odierna a dare la giusta considerazione a quella storia con la “s” minuscola, quella più vera e che ci ha accompagnato all’odierno in sordina, ma con forza inesauribile.
Italo Zannier è nato a Spilimbergo nel 1932, studia architettura e pittura e inizia a occuparsi di fotografia nei primi anni Cinquanta. Tra i fondatori del Gruppo friulano per una nuova fotografia assieme ai fratelli Gianni e Giuliano Borghesan, Aldo Beltrame e alcuni tra i più impegnati fotografi italiani, come Fulvio Roiter, Toni Del Tin, Antonio Migliori, Gianni Berengo Gardin, Ferri e Carlo Bevilacqua. Docente universitario dal 1971, primo in Italia a essere titolare di una cattedra di Storia della fotografia, ha insegnato allo IUAV, a Ca’ Foscari di Venezia, al Dams di Bologna e alla Cattolica di Milano. Si è dedicato alla pubblicazione di libri, saggi e articoli ed ha collaborato con numerose riviste di settore come L’Architettura, Cronache e storia, Camera, Photo Magazine, Popular Photography. Ha curato Fotologia. Studi di storia della fotografia e Fotostorica. Gli archivi della fotografia.