Un tema mai abbastanza approfondito, quello della Serenissima e del suo rapporto con la “terraferma”, viene affrontato da Pio Baissero nel suo recente L’oro di Venezia. La Serenissima e le sue foreste, un viaggio alle radici della storia veneziana, pubblicato da Itinera edizioni (2022).
Il volume illustra nel dettaglio gli aspetti storici ed economici collegati al taglio e alla lavorazione del legno nei domini veneziani, il suo trasporto a Venezia e il suo impiego per la costruzione navale o per gli usi civili. Una storia che pochi conoscono quella del rapporto tra la Repubblica di Venezia e i suoi possedimenti di terra. Fu soprattutto la necessità di rifornirsi di legname a portare la Serenissima, nel Cinquecento e nel Seicento, a spingersi nell’entroterra. Nei boschi veneti, friulani e istriani, Venezia poteva infatti trovare il legno migliore, la materia prima essenziale per costruire anche le navi da guerra, le celebri galee, di cui avrebbe avuto bisogno in vista dello scontro decisivo con i Turchi.
Per preservare i suoi preziosi boschi, Venezia mise in atto una serie di pratiche di buona gestione del territorio, con un approccio pragmatico ma che sembra già avvicinarsi alla nostra attuale sensibilità ambientalista.