EGO

22 Aprile 2023

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24 Febbraio 2024

Ego come sé, letteralmente dal latino “io”, prima persona singolare; ego come soggetto pensante, mediatore tra conscio e inconscio. L’ego che per l’artista diventa eroe, mano creativa, colui che decide sulla bellezza. Su questo tema sono stati invitati a riflettere quattro artisti, immersi in una Venezia che è la massima espressione di bellezza fragile ed eterna. Carles Valverde, Didier Guillon, Vangelis Kyris e Anatoli Georgiev sono i protagonisti della nuova stagione espositiva di Fondation Valmont: Ego a Palazzo Bonvicini dal 22 aprile al 25 febbraio 2024.Come ci ha confessato in un’intervista lo scorso dicembre in occasione dell’apertura della residenza per artisti, Residénce Bonvicini, Didier Guillon, Presidente e Art Director di Fondation Valmont, vede in Venezia un «Luogo magico che si è sempre dimostrato capace di reinventarsi e che continuerà a reinventarsi – in cui è sua ferma intenzione – attirare l’arte seguendo questa traccia identitaria in perpetuo movimento, reinventandoci quotidianamente». Un obiettivo che persegue attraverso l’attività della Fondazione a Venezia dal 2019, con mostre annuali che indagano una visione sull’arte contemporanea allargata e rivolta verso il futuro, come Ego, che intreccia arte e bellezza in uno sguardo tutto al maschile.Per realizzare la sua installazione, Compositions of Two Modular Elements 2, Carles Valverde parte dall’ego come “individualità della parola società” e dalla riflessione filosofica individuale, presentando un elemento «egoistico che compone il suo Ego a partire da un altro. È il suo elemento identico che consente tutte le possibili combinazioni e quindi la creazione di Ego individuali». La scultura di Valverde si interroga sul nostro funzionamento a livello di DNA: «abbiamo tutti le stesse basi e, quando queste vengono combinate in modo diverso, si creano gli individui. È questo che stiamo cercando. La semplicità, cercare e mostrare l’essenza delle cose, che alla fine è la cosa più difficile».E se «l’arte è l’idea che abbiamo della bellezza che parla ai sensi e alle emozioni [e] l’artista è colui che ha il senso della bellezza e può creare un’opera d’arte – riflette Didier Guillon –, l’Ego è la consapevolezza del sé artistico fonte di ispirazione per la creazione della bellezza ». Parte da queste tre accezioni Guillon per rivoluzionare i canoni della bellezza classica nell’installazione L’homme pensant, dieci sculture di busti di uomini con il volto contorto in un urlo. «L’artista, abituato a creare la Bellezza come obiettivo primario, è ora chiamato a rappresentare l’assenza della bellezza stessa […] questi uomini urlano, intrappolati in corpi sconosciuti che non riconoscono come propri. Rivestiti di vernice dorata, i busti sono nobilitati con uno status inedito».Il duo artistico composto da Vangelis Kyris e Anatoli Georgiev, considera infine l’Ego in ogni sua accezione, positiva e negativa: all’origine di evoluzione e civiltà, come di distruzione, guerra e quanto di vergognoso c’è nell’umanità. L’obiettivo del fotografo Kyris non volge la sua attenzione alla figura umana ma è teso «a fermare il tempo, esaltare i sentimenti e valorizzare la memoria», mentre Anatoli Georgiev aggiunge la terza dimensione all’opera d’arte attraverso i suoi ricami. «Sono un ricamatore – dichiara Georgiev – Ricamo sulle fotografie di Vangelis Kyris. Questo è un ricamo intrecciato con la fotografia […] realizzato su costumi fotografati con motivi e simboli; costumi risalenti a più di due secoli fa. Faccio rivivere i ricami dei tempi passati attraverso il mio Ego. Me stesso».

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