La nuova mostra di John McAllister, Rapt glittery beguile awhile, presenta il quarto capitolo della sua collaborazione con la galleria Wentrup e segna la sua prima esposizione a Venezia. L’artista americano, noto per le sue opere vibranti e suggestive, si ispira alle tradizioni del Post-Impressionismo e del Fauvismo, creando quadri caratterizzati dall’uso audace del colore, da intricati motivi e da una sensibilità quasi tropicale. Le sue opere evocano paesaggi, nature morte e interni che suscitano un senso di bellezza senza tempo e contemplazione serena.
In questa nuova serie, McAllister torna a un tema che lo ha affascinato fin dagli anni 2000: il fuoco. La recente ripresa di questo soggetto nasce dalla sua risposta agli eventi mondiali, come il caos politico e gli incendi boschivi che hanno segnato l’estate. Per McAllister, il fuoco diventa una “quinta stagione”, un paesaggio che cambia con ogni stagione dell’anno, riflettendo i colori e le luci mutevoli, ma anche l’imprevedibilità e la bellezza intrinseca di questa forza naturale. Il fuoco, con le sue sfumature di giallo brillante e di rosso caldo, danza sulla tela in forme organiche che richiamano la tecnica impressionista. Come un paesaggio che cattura l’osservatore, McAllister invita a riflettere sull’esperienza del guardare: non solo sulla superficie pittorica, ma anche sull’immersione che il quadro offre, aprendo un paesaggio luminoso dietro la tela. Il movimento delle fiamme, anche nella staticità della pittura, si fa sentire: l’energia che emana dalla superficie dipinta sembra irradiarsi, illuminando l’ambiente circostante.
In questa mostra, McAllister riflette sulla pittura stessa come medium, mettendo in discussione il genere del paesaggio attraverso un commento sulla progressiva crisi climatica. Un tema che permea anche la sua unica natura morta esposta, flares flaunt after dusk haunt, dove il gioco di luci gialle, tra i fiori esotici e gli oggetti quotidiani, esplora la bellezza e la transitorietà .Rapt glittery beguile awhile offre un’opportunità per immergersi nella riflessione profonda e visiva di McAllister, dove il paesaggio non è solo un soggetto, ma un’esperienza emotiva che trasporta lo spettatore in un altro mondo.
