Piccoli dipinti scultorei e tele di grandi dimensioni sono legati da un fil rouge che dipana il complesso rapporto tra animalità e umanità. La pratica di Mattia Sinigaglia, ispirata dall’osservazione del mondo naturale e dal pensiero filosofico – in particolare di Jacques Derrida –, è caratterizzata dall’alternanza di soggetti tra forme geometriche figurative e aniconiche, esplorando la doppia natura dell’essere umano e il tema della magia.
Nelle sue opere la figura dell’uomo e dell’animale emerge in spazi enigmatici, immersi in cromie vibranti che evocano suggestioni profonde e inattese. Le sue narrazioni visive, costruite sul linguaggio pittorico, aprono una dimensione in cui gli spettatori si connettono con il proprio Io interiore attraverso rivelazioni inaspettate che vanno oltre il prevedibile. Il simbolismo è un elemento centrale nella poetica di Sinigaglia, intrecciando profondamente il suo lavoro con le pratiche dell’arte simbolista del Rinascimento fino al XIX secolo.