In occasione del prestito della pala d’altare di Vittore Carpaccio, “San Giorgio che uccide il drago”, alla Staatsgalerie di Stoccarda per la mostra “Carpaccio, Bellini und die Frührenaissance in Venedig”, la Comunità Benedettina di San Giorgio Maggiore ha commissionato all’artista Nicola Samorì un nuovo lavoro che va a sostituire temporaneamente il capolavoro cinquecentesco.
L’opera, intitolata Primo Martire, reinterpreta il martirio di Santo Stefano, contitolare del Monastero insieme a San Giorgio, portandolo al centro della composizione. Ispirandosi a modelli barocchi, Samorì combina tecniche tradizionali con interventi materici contemporanei, creando un dialogo tra passato e presente.
Sul grande leggio del badalone centrale, nella stessa Cappella, è esposta una pittura di pietra: una sottile lastra di breccia aperta a libro, proveniente da Vendôme, in Francia, che registra una coralità eterogenea di materie difformi mineralizzate, quasi un’esplosione fossilizzata, che sembra cristallizzare la corsa dei sassi verso il corpo di Stefano.
In fase di esecuzione è inoltre un manoscritto miniato contemporaneo. Realizzato tradizionalmente nel Laboratorio del Restauro del Libro dell’Abbazia di Praglia, il manufatto verrà arricchito dall’Artista – confluendo nella collezione di manoscritti miniati contemporanei donati alla Comunità Benedettina di San Giorgio Maggiore.
Lo spazio che ospita il progetto espositivo fino al 9 marzo 2025 si trova nel Coro Notturno dell’Abbazia di San Giorgio Maggiore, un’area privata del Monastero oggi meglio nota come Cappella del Conclave.
L’ingresso alla mostra è libero, e l’accesso possibile unicamente attraverso visite guidate erogate in loco senza anticipata prenotazione.