Eppur si muove…

Tra arte e scena, l’Anima di Maëlle Poésy e Noémie Goudal
di Chiara Sciascia

Sentire la lentezza dei cambiamenti attraverso la storia della Terra. La performance Anima, in prima nazionale alla 51. Biennale Teatro, nata dalla collaborazione tra la regista, autrice e attrice Maëlle Poésy e l’artista Noémie Goudal, riflette sul nostro Pianeta e sui cambiamenti che lo sconvolgono.

Quattro anime unite ma mai sovrapposte danno vita a una performance-installazione immersiva unica nel suo genere, che rende visibili metamorfosi invisibili, andando ben oltre la lezione morale sul clima e svelando il futuro celato nel passato. Nata dalla collaborazione tra la regista, autrice e attrice Maëlle Poésy e l’artista visiva Noémie Goudal, portata in scena dalla performer, acrobata e artista circense Chloé Moglia e accompagnata dalle sonorità elettroniche di Chloé Thévenin, Anima è un esperimento artistico che si ispira alla paleoclimatologia.
La disciplina, che studia i cambiamenti del clima nell’antichità, costituisce da anni il centro delle ricerche e delle sperimentazioni di Goudal, interessata a creare nella sua pratica artistica installazioni di tipo illusionistico all’interno di paesaggi naturali che poi documenta tramite video e fotografia. Partendo dalla fascinazione per le lentissime ma cruciali trasformazioni estreme dei paesaggi del Pianeta, le quattro artiste mettono in discussione le nostre esigenze spaziali e temporali, ponendo il pubblico al centro di un trittico ‘vivente’ in cui va in scena perpetuamente lo spettacolo di distruzione e ricostruzione della Natura. Quale vertigine ci coglie quando scompare la linea dell’orizzonte, o addirittura la rugosità del terreno? Che disagio ci provoca non saper più distinguere il giorno dalla notte?

ANIMA di Noémie Goudal e Maëlle Poésy © Vincent Arbelet

Mentre la forza degli elementi naturali si scatena minando la presunta eternità di luoghi e habitat conosciuti e la musica di Chloé Thévenin si fa sempre più ammaliante, fondendo in strati ovattati i suoni dell’acqua e della giungla con sonorità techno, Chloé Moglia attraversa la geografia di Anima, sospesa nel vuoto, appesa alla struttura metallica forte e decisa, ma allo stesso tempo fragile e impermanente di fronte all’incommensurabile tempo geologico. «Il tempo della razza umana non è che un mero minuto a confronto del tempo del Pianeta – scrive Noémie Goudal – Durante la nostra vita sulla Terra, non riusciamo effettivamente a percepirne i movimenti; abbiamo una relazione di stabilità con il Pianeta, simbolizzata da limiti chiari e confini prestabiliti. Anima è un tentativo di cambiare la nostra prospettiva e percepire il mondo così com’è intrinsecamente, per definizione, in perpetuo movimento».

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51. Biennale Teatro – Emerald