Grand Hotel Society

A Palazzo Ferro Fini rivive l'epoca d'oro dell’hôtellerie veneziana
di Fabio Marzari

Per un secolo, tra il 1868 e il 1968, Palazzo Ferro Fini, oggi sede del Consiglio Regionale del Veneto, è stato il prestigioso Grand Hotel Venezia, meta di reali, aristocratici, capi di stato, divi dello spettacolo, letterati e artisti. Un’inedita mostra racconta attraverso foto, filmati, oggetti e documenti d’epoca una pagina avvincente della storia di Venezia.

A Venezia anche i luoghi del poter temporale, quello presente, sono ricchi di un passato importante e l’uso attuale è andato spesso a sovrapporsi a storie memorabili, legate a fasti passati, che dovrebbero almeno in parte ispirare la politica dell’oggi ad una certa eleganza di stile e di pensiero. Limitiamoci alla storia, dà maggiori soddisfazioni.
Palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio Regionale del Veneto, affacciato sulla parte più nobile del Canal Grande, quella che dall’Accademia va verso San Marco, in realtà è un duplice edificio, due palazzi di epoche diverse e con storie completamente differenti. Quello più grande, il seicentesco palazzo Flangini Fini, mentre l’altro più piccolo in forme tardo gotiche è palazzo Morosini Ferro Manolesso.
Prima di appartenere alla Regione Veneto, i due palazzi, che per crasi architettonica divengono semplicemente “Ferro Fini”, nello spazio di un secolo, tra il 1868 e il 1968, furono un hotel di grandissimo prestigio, la punta di diamante dell’ospitalità veneziana: il Grand Hotel. Questo capitolo abbastanza inedito legato a un periodo d’oro dell’hôtellerie è raccontato in una mostra a Palazzo, curata da Franca Lugato, dal titolo: Grand Hotel Venezia: cento anni, da albergo da sogno a sede istituzionale.
Dal 15 maggio al 30 novembre un percorso ricco di foto, filmati, oggetti e documenti indagano in maniera approfondita questa pagina avvincente di una delle tante storie che si intrecciano a Venezia, città apripista mondiale del turismo di alta fascia.
Il Gran Hotel rappresentò un punto di riferimento a livello universale per l’elevatissimo standard offerto agli ospiti che appartenevano alle più blasonate dinastie, a partire dai reali, aristocratici, capi di stato, stelle e divi del mondo dello spettacolo.

Il percorso fotografico e documentale, articolato nei tre piani di Ferro Fini svela attraverso foto e filmati provenienti dagli archivi del Comune di Venezia (Archivio Giacomelli), IPAV (Archivio Filippi), Alinari, Luce, British Pathée da archivi privati, nonché con oggetti e documenti d’epoca, la centralità di una residenza nobiliare, acquistata nel secondo Ottocento dalla famiglia di armatori dalmati Ivancich e diventata l’Hotel più lussuoso di Venezia, in cui i più importanti personaggi dell’epoca hanno fatto tappa.
Tra le presenze illustri del Grande Albergo – che sarà gestito nel Novecento da CIGA e poi da SAIGAT – l’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe e il re d’Italia Vittorio Emanuele, i ministri degli esteri dei Paesi balcanici e dell’Europa centrale, il premier britannico Winston Churchill, il ministro della guerra inglese Duff Cooper, i duchi di Kent, la principessa Anna di Danimarca. Un’ampia sezione della mostra si occupa del glamour quando i nomi più importanti del firmamento cinematografico, dello spettacolo e dell’aristocrazia italiana ed europea si dava no appuntamento al Grand Hotel Venezia, in occasione di Biennale Arte, del Festival della Musica Contemporanea e della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, che dagli anni Trenta in poi ha rappresentato un importante polo attrattivo per i vip, come oggi li definiremmo, di tutto il mondo.
I ritratti di uomini di cultura, da Manet a Pirandello con la sua ‘musa’ Marta Abba, miti del cinema come Cary Grant e Tyrone Power, e una coppia celeberrima, Ingrid Bergman e Roberto Rossellini, tornano nelle stanze e nei salotti che li videro soggiornare. Non si poteva tralasciare la notte magica del 3 settembre 1951 quando si tenne a Palazzo Labia, da poco restaurato, Le Bal Oriental. Il ballo in maschera fu ospitato da Charles de Beisteguie vi parteciparono circa mille persone, fra cui Salvador
Dalì, Christian Dior e Orson Wells.
Roberto Valente, Segretario Generale del Consiglio Regionale, così ha anticipato lo spirito della mostra: «Siamo orgogliosi di aprire le porte della sede dell’Assemblea legislativa del Veneto ai visitatori e di poter restituire ai veneziani e a tutti coloro che amano Venezia una testimonianza della vitalità di una città, capace di innovare le proprie funzioni e di tenere a battesimo storie imprenditoriali, marchi ed eventi che sono stati apripista nel mondo, come la Compagnia Italiana Grandi Alberghi e la Mostra del Cinema».

Cento anni, da albergo da sogno a sede istituzionale