Il ponte sull’Oceano

Venezia-Cannes-Hollywood, conferma di una tendenza
di Davide Carbone

Verso gli Oscar con uno sguardo all’Europa: il cinema di più alto livello è passato da Venezia, ormai non più sorpresa ma conferma infallibile.

Il fermento ovviamente era ben palpabile, con i Golden Globes che come da tradizione esprimono una dichiarazione d’intenti di quelle che nella maggioranza dei casi si sono rivelate le scelte dell’Academy nella corsa alla statuetta dorata più famosa e desiderata del Pianeta. Il settore cinematografico non fa eccezione, anzi: quando parliamo di “clamore mediatico”, questo arrivava a livelli non meno che fragorosi nel promuovere questa o quella pellicola, non solo in occasione dell’uscita in sala ma in ogni aspetto della lavorazione, con social e piattaforme che ormai non conoscono confini geografici e di pubblico. Ma la qualità è un’altra cosa, Venezia e Cannes lo sanno molto bene. Perché se due indizi fanno una prova, la pioggia di nomination condivise tra le ribalte europee e la “prova del nove” hollywoodiana non può di sicuro lasciare indifferenti. Nella rosa delle candidature agli Oscar 2024, in programma il 10 marzo, 7 film sono stati presentati alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, con 24 candidature complessive: il Leone d’Oro Povere creature! (Poor Things) di Yorgos Lanthimos, il Leone d’Argento Io capitano di Matteo Garrone, Maestro di Bradley Cooper, El conde di Pablo Larraín, La società della neve (La sociedad de la nieve) di J.A. Bayona, La meravigliosa storia di Henry Sugar di Wes Anderson e Bobi Wine: the People’s President di Moses Bwayo e Christopher Sharp, passato a Venezia 79. Ben 11 le candidature ottenute da Povere creature! di Yorgos Lanthimos: miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura non originale (Tony McNamara), miglior attrice protagonista (Emma Stone), miglior attore non protagonista (Mark Ruffalo), miglior colonna sonora (Jerskin Fendrix), miglior montaggio, miglior fotografia, migliori costumi, migliore scenografia e miglior trucco. Il film italiano Io capitano di Matteo Garrone, Leone d’Argento per la migliore regia, ha ottenuto la nomination per il miglior film internazionale, mentre Maestro di Bradley Cooper ha ottenuto sette nomination: miglior film, migliore attore protagonista (Bradley Cooper), migliore attrice protagonista (Carey Mulligan), miglior sceneggiatura originale, miglior fotografia, miglior trucco e miglior suono. Cannes non è da meno, con 9 film della sua Selezione Ufficiale, rappresentati in 16 categorie per un totale di 26 nomination.

Il film Palma d’Oro 2023 di Justine Triet, Anatomy of a Fall, prodotto da Marie-Ange Luciani e David Thion, distribuito in Francia da Jean Labadie e Le Pacte, da Tom Quinn e Neon negli Stati Uniti e venduto a livello internazionale da mk2 Films, è candidato in 5 categorie: miglior regia per Justine Triet, miglior attrice protagonista per Sandra Hüller, miglior sceneggiatura originale per Justine Triet e Arthur Harari, miglior montaggio per Laurent Sénéchal e miglior film. Se il rapporto tra Venezia e Academy si era ulteriormente rafforzato già nel 2022, con una delegazione americana che aveva molto più che presenziato in occasione del 90simo anniversario della manifestazione e con iniziative concrete che nel prossimo futuro vedranno camminare a braccetto Golden Globe Foundation e Biennale College Cinema, tra Europa e Stati Uniti si è negli ultimi anni lastricato un percorso che ha portato pellicole premiate a maggio e settembre a raccogliere la definitiva consacrazione proprio a marzo agli occhi del mondo, non solo a quelli degli spettatori. Il fenomeno planetario Oppenheimer, la riscossa di una Barbie d’autore (anzi, d’autrice), il trio delle meraviglie Scorsese-De Niro-DiCaprio, lo stesso Lanthimos e la sua Emma Stone moderna Frankenstein: la notte degli Oscar ci regala volti noti e meno noti, conferme e soprese che già si stanno disvelando con annesso strascico polemico, vedasi le mancate nomination nelle rispettive categorie per due protagonisti del cinema contemporaneo come Leonardo DiCaprio e Margot Robbie. È il cinema, bellezza. Un cinema che speriamo riesca a stare fuori dalle polemiche il più possibile per puntare alla qualità, guardando alla realtà con la lente d’ingrandimento della sensibilità registica e con una lucidità di sguardo che arriva dove l’occhio a volte non riesce. O magari, non vuole.

Foto in evidenza: Atsushi Nishijima – courtesy Searchlight Pictures