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Allo Squero di San Giorgio il jazz di Uri Caine
di Davide Carbone

Il 10 giugno a San Giorgio un concerto che è molto più di un concerto, un incontro con un musicista che è molto più di un musicista.

Direttore artistico della Biennale Musica giusto vent’anni fa, in quella che fu la 47. edizione, Uri Caine è ricordato come un traghettatore verso le sponde più sperimentali che avrebbero poi caratterizzato le successive edizioni, una guida capace di trasportare la Biennale Musica nelle curve più aspre e rischiose e assieme suggestive della musica contemporanea. La relazione tra composizione e improvvisazione si trovava al centro del progetto programmatico di quella Biennale e dell’indagine espressiva di Caine, tratto che possiamo riscontrare ancora oggi come radicale nel percorso artistico del pianista originario di Philadelphia, iniziato allo studio dello strumento da Bernard Peiffer e alla composizione con George Rochberg. In quel 2003 l’esposizione dell’attualità newyorkese aveva lasciato spazio ai grandi maestri di Chicago, alcuni fondatori dell’AACM (Association for Advancement of Creative Musicians), comunque trasferitasi a New York all’inizio degli anni ‘70. La loro presenza aveva ricordato a molti da dove provenissero le brillanti intuizioni sonore di molta ricerca contemporanea; pur se oscurati da nuovi movimenti metropolitani, artisti come Roscoe Mitchell, Muhal Abrams, Henry Threadgill mantengono adesso un carisma luminoso, diffondono una scienza sonora ancora ricca di indicazioni, specie sul metodo specifico che la Biennale Musica dell’epoca voleva divulgare. A Venezia, Uri Caine è rimasto indissolubilmente legato, come testimoniano i tanti concerti tenuti in laguna in questi vent’anni, occasioni in cui l’artista ha regalato al pubblico momenti di improvvisazione pura e cristallina, supportati da un talento schietto e verace, da una curiosità davvero insaziabile. Il 10 giugno allo Squero dell’Isola di San Giorgio lo troviamo protagonista di un concerto che oscilla tra classica, jazz e improvvisazione, in cui la musica si offre come un unicum senza fratture né frontiere, uno spettacolo nel quale dialogano Beethoven e Thelonious Monk, il Tin Pan Alley (nome dato all’industria discografica newyorkese tra ‘800 e ‘900) e Gustav Mahler, Richard Wagner e George Gershwin, lo swing e Giuseppe Verdi, passando per Bach e i Beatles.

Change! è il titolo del concerto, del brano e dell’album che Uri Caine scrisse per celebrare Octavius Catto, attivista impegnato nella lotta per i diritti civili e fautore dell’integrazione della popolazione nera nell’America post-guerra civile: una canzone che Caine ha composto nel 2014 e chiamata all’epoca The Passion Of Octavius Catto, per orchestra, coro gospel, solista gospel e piano trio. Un brano che possiede una fortissima vocazione civile, scritto per commemorare la vita dell’attivista, che venne assassinato il giorno delle elezioni, nel 1872, proprio nel tentativo di votare. Canzoni che non sono ‘semplicemente’ canzoni, quindi, ma atti intimi che diventano aperti al pubblico grazie ad un’improvvisazione capace davvero di parlare a tutti, di ‘farsi capire’. Dopo essersi trasferito a New York nel 1985, Caine ha inciso 36 album come leader, con lavori recenti che includono Space Kiss con il Lutoslawski Quartet, Calibrated Thickness e Catbird con il suo trio di pianoforte e Callithump per piano solo. Ha registrato progetti con il suo ensemble eseguendo arrangiamenti di Mahler, Wagner, Mozart, Verdi, Schumann e Bach. Ha inoltre diretto un trio acustico con il quale ha realizzato diverse registrazioni tra cui Live at the Village Vanguard e con il suo trio elettrico Bedrock. Le composizioni più recenti includono Agent Orange, su commissione dell’Orchestra Filarmonica di Bruxelles e 4 Wunderhorn Songs, scritta per l’Orchestra da Camera di Basilea. Ha ricevuto l’incarico di compositore in residenza per la Los Angeles Chamber Orchestra per tre anni e ha eseguito la sua versione delle Variazioni Diabelli con la Cleveland Orchestra, la Swedish Chamber Orchestra, la Moscow Chamber Orchestra, l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, l’Orchestra Verdi e l’Orchestra Toscanini.

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