Passione proibita

Massimo Popolizio e Arthur Miller per la nuova stagione del Toniolo
di Livia Sartori di Borgoricco

Spetta a uno dei massimi protagonisti del teatro italiano contemporaneo, Massimo Popolizio, grande interprete ronconiano, sei volte Premio UBU, l’apertura della stagione di prosa del Teatro Toniolo di Mestre, con un grande classico americano, Uno sguardo dal ponte di Arthur Miller.

Uno spettacolo – per dare due coordinate – andato in scena per la prima volta a Broadway nel 1956, allestito l’anno dopo a Londra da un giovane Peter Brook e diretto al suo debutto italiano nel 1958 all’Eliseo di Roma nientemeno che da Luchino Visconti.
«Il testo di Miller sembra una sceneggiatura – racconta Popolizio, che di questo spettacolo è interprete principale e regista – come portare sulla scena qualcosa che possa sembrare un film?» Ecco quindi il testo incasellato in inquadrature – primo piano, secondo piano, campo lungo, chiusure di scena con musiche potenti e luci segnate, ritmo da serie tv: «credo – sostiene – sia uno spettacolo fondamentalmente in bianco e nero».

Uno sguardo dal ponte, Compagnia Orsini © Yasuko Kageyama

Sulla scena l’azione si sviluppa in un lungo flashback narrativo e creativo in cui gli attori sono come fantasmi che portano la loro testimonianza di un fatto di cronaca effettivamente successo in un’America, che è anche un’Italia, degli anni Cinquanta. Uno sguardo dal ponte (A View from the Bridge nell’originale, ché la cartolina per eccellenza mandata dagli emigranti alle famiglie era l’immagine del ponte e che nella traduzione italiana che risale a Visconti acquista un livello di senso più profondo, quando la veduta diventa sguardo) è infatti una dramma della gelosia, la storia di Eddie Carbone, immigrato siciliano a Brooklyn, compromesso e sconfitto da un’incestuosa passione erotica per la nipote, che lo porta a tradire famiglia, morale, princìpi.
Un testo che non solo è stato portato in scena più volte ma che ha avuto anche numerosi adattamenti cinematografici e televisivi, e che torna oggi sul palco contaminato, o forse completato, da tutti questi ‘figli’ generati nel corso del tempo.

Stagione Teatrale 2023.24