Personal Structures, innovativa piattaforma espositiva dell’European Cultural Centre, dà voce all’arte più giovane, internazionale, fuori dai circuiti mainstream. Il tema scelto quest’anno, Reflections, diventa specchio reale del presente e ne sono esempio alcune significative gallerie/manifesto ospitate a Palazzo Bembo.
La pluralità di linguaggi e di espressioni creative offerte dall’invasione artistica prodotta dalla Biennale (in e off) non incide solo nella rappresentazione dilatata dello status dell’arte contemporanea, ma delinea la possibilità di comprendere, grazie agli sguardi sensibili degli artisti e alle loro storie, le coordinate storiche e socioculturali dei loro paesi e delle loro origini e identità. Emerge con forza l’esigenza che siano proprio gli artisti attraverso la loro sensibilità gli artefici del futuro, riuscendo ad anticipare e a restituirci, rendendoli visibili, i temi più scottanti. Per una mostra indipendente come Personal Structures, da anni innovativa piattaforma espositiva su tre diverse sedi – Palazzo Mora, Palazzo Bembo e i Giardini della Marinaressa –, dare voce all’arte più giovane, internazionale, fuori dai circuiti mainstream è l’obiettivo primario. Laboratorio di idee e di pensiero creativo che coinvolge artisti e gallerie, ma anche istituzioni indipendenti rispetto al sistema del contemporaneo, in questa edizione offre riflessi e riflessioni – il titolo stesso della mostra Reflections è il filo rosso che lega tutte le diverse sfaccettature dell’esposizione –, diventando specchio reale del presente.
Ne sono esempio alcune significative gallerie/manifesto ospitate a Palazzo Bembo che affrontano con particolare evidenza i temi della questione afroamericana.
Galerie Myrtis, fondata nel 2006 a Baltimora (USA), è una galleria emergente “blue-chip” specializzata in arte contemporanea afroamericana. La galleria utilizza le arti visive per sensibilizzare gli artisti che meritano un riconoscimento per i loro contributi nel ritrarre artisticamente le preoccupazioni culturali, sociali, storiche e politiche dell’esperienza nera. The Afro-Futurist Manifesto: Blackness Reimagined, progetto curato dalla direttrice e fondatrice della galleria, Myrtis Bedolla, presenta 30 opere di artisti affermati ed emergenti che riflettono l’esperienza dei neri americani sui temi dell’identità, della liberazione, della spiritualità e dell’ambiente.
Tawny Chatmon, Larry Cook, Morel Doucet, Monica Ikegwu, M. Scott Johnson, Delita Martin, Arvie Smith e Felandus Thames rendono omaggio alla resilienza, alla creatività e alla spiritualità che hanno storicamente sostenuto i neri. «Alcuni sostengono che l’apprezzamento dell’arte nera sia una tendenza, ma l’arte nera di per sé non è più una tendenza dell’“arte bianca”. Fa parte della cultura mondiale, della storia dell’arte e la storia si fa ogni giorno. L’arte nera dovrebbe essere apprezzata per il suo contributo all’umanità e alla storia» sostiene con forza Destinee Ross-Sutton, nata ad Harlem, New York, dove ha aperto la sua Galleria nel 2020. Lo scopo o meglio la sua missione è quella di aiutare ad espandere l’impegno del mondo dell’arte per far emergere la cultura black, supportando artisti attraverso mostre e progetti e guidando collezionisti alla scoperta di giovani emergenti.
A Palazzo Bembo presenta la personale di Khari Turner (1991, Milwaukee, USA). «Il mio lavoro è un diario di lotta e di superamento della lotta. Sto esplorando la storia della sconfitta nera, delle rivoluzioni nere e delle conquiste nere che si fondono nelle mie opere come segni netti, in bilico tra realismo e espressionismo».
Seguendo gli stessi ideali, l’artista di Atlanta Shanequa Gay, laurea presso il Savannah College of Art and Design e MFA presso la Georgia State University, è impegnata in prima persona nella comunità artistica afroamericana. Il suo lavoro attinge alla memoria rituale e personale, alla narrazione, alla fantasia e alle profonde radici della tradizione nera del sud degli Stati Uniti. Le sue opere, in mostra a Palazzo Bembo, condividono memorie personali, contro-narrazioni, mitologie e l’espansione dell’etno-immaginario nero, che trovano espressione compiuta attraverso installazioni, dipinti, performance, fotografie, video e figure scultoree monumentali.
Immagine in evidenza: Khari Turner – Destinee Ross-Sutton Gallery, Blue Moon, 2022
Ph. Federico Vespignani