Plastic, free

Barbie, molto più di una bambola...
di Davide Carbone

Margot Robbie e Ryan Gosling sono Barbie e Ken per Greta Gerwig, in uno dei fenomeni cinematografici dell’anno.

Non deve essere facile essere all’altezza di un mondo in cui tutto è sempre perfetto. Si potrebbe magari aprire un dibattito sul concetto di “perfezione”, in questo caso stiamo parlando di una realtà in cui tutto o quasi è rosa shocking, la politica semplicemente non è contemplata e tutto quello di cui ci si deve preoccupare è organizzare gli impegni mondani e districarsi tra una festa e l’altra, giornate spese in spiaggia ad abbronzarsi, a correre sui rollerblades o sfrecciando su decappottabili rosa, sfoggiando abiti firmati… indovinate un po’? Ovviamente rosa. È il mondo di Barbie, la bambola più famosa al mondo che ha segnato la giovinezza al femminile degli ultimi settant’anni, commercializzata dalla Mattel dal marzo del 1959 per l’esattezza e che da quel momento non ha mai più abbandonato l’immaginario collettivo, diventando fenomeno di costume e restando rigorosamente al passo con i tempi grazie all’introduzione di accessori e versioni così vari da poter riempire un’enciclopedia, come testimoniano tra l’altro i numerosissimi collezionisti che in giro per il mondo si contano ancora oggi. Inevitabile, quindi, che la seconda bionda più famosa al mondo dopo Marilyn diventasse protagonista di un film, ma non si poteva certo prevedere quanto il cast potesse essere di prim’ordine: Margot Robbie sarà Barbie, Ryan Gosling nei panni un po’ ingrati di Ken, alla regia Greta Gerwig, che con Lady Bird del 2017 otteneva un Golden Globe e due candidature al Premio Oscar per la miglior sceneggiatura e la miglior regia. Al centro della trama una Barbie che, nel bel mezzo di una studiatissima coreografia durante una delle interminabili feste a bordo piscina, spiazza tutti chiedendo a gran voce: «Avete mai pensato di morire?», facendo irrompere dubbi esistenziali in un mondo patinato che mai ne aveva avuti e che soprattutto mai ne avrebbe voluti.

Da lì, la nostra bionda inizierà un viaggio alla ricerca di sé stessa, un bildungsroman fosforescente in cui la accompagnerà Ken, un Ryan Gosling vanesio a livelli incalcolabili che grazie alla propria bravura riesce ad essere nonostante tutto estremamente credibile. Un personaggio, ovviamente, che non ha mancato di suscitare critiche, in nome di una gender quality rovesciata che paradossalmente il film è riuscito a risvegliare: «È molto divertente per me ascoltare queste critiche – spiega Gosling – addirittura hanno creato il movimento #NotMyKen. Vi siete mai preoccupati di Ken prima di questo film? No, non l’avete fatto. Non l’avete mai fatto. Non vi è mai importato. Se vi importasse davvero di Ken, sapreste che a nessuno è mai importato di Ken. Quindi la vostra ipocrisia è stata smascherata. Per questo la sua storia va raccontata. Se le persone non vogliono giocare con il mio Ken, ci sono molti altri Ken con cui giocare. Esco in giardino dopo aver ricevuto l’offerta di girare questo film e sapete cosa mi capita sotto gli occhi? Proprio Ken, a faccia in giù nel fango, accanto a un limone schiacciato. Ho mandato un messaggio con la foto a Greta Gerwig e le ho detto: “Sarò il tuo Ken, perché questa storia deve essere raccontata”». Nel già celebre trailer di Warner Bros. Italia (2,8 milioni di visualizzazioni in un mese) vediamo il roseo mondo della bambola capovolgersi quando i suoi ‘caratteri’ iniziano a non funzionare correttamente: prima scivola giù dal secondo piano della sua casa dei sogni anziché fluttuare magicamente nella propria macchina come ogni mattina; poi inizia a sentire l’acqua fredda mentre si fa la doccia, e i suoi piedi, abituati ai tacchi, diventano improvvisamente piatti. Una Barbie ‘canaglia’, interpretata da Kate McKinnon, offre persino al personaggio di Margot Robbie un audace paio di sabot Birkenstock Arizona da indossare al posto della scarpetta con i tacchi. «Cosa scegli tra il tuo mondo e il mondo reale (Birkenstock)? » le chiede. E Barbie risponde senza dubbio: «I tacchi». Ma la voglia di scoprire come vivono i comuni mortali avrà la meglio. Da quel momento, nulla sarà mai più come prima.

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