Grandi registi e grandi attori hanno raccontato nel tempo le gesta di Marco Polo, protagonista del Carnevale 2024.
In occasione dei settecento anni dalla morte di Marco Polo, avvenuta l’8 gennaio 1324, Venezia ne celebra la figura storica ed epica con varie iniziative, dedicandogli anche il Carnevale 2024. Nel 1271, a sedici anni partì con il padre e lo zio verso Oriente per un’impresa che durò vent’anni. Le vicende dell’esploratore veneziano, narrate nel suo Il Milione, scritto con l’aiuto di Rustichello da Pisa nelle carceri genovesi, sono state più volte trasferite sul medium filmico e televisivo con livelli qualitativi molto altalenanti. Rimane ancora oggi la migliore trasposizione filmica lo sceneggiato Rai Marco Polo, diretto da Giuliano Montaldo, una grande coproduzione tra Italia, Stati Uniti, Francia, Giappone e Cina, sontuosa e carica di realismo. Occorreva ricostruire la Piazza San Marco del XIII secolo, che aveva una sorta di castello al posto del Palazzo Ducale e un mercato in luogo della Marciana. Si decise di ricostruire la Venezia dell’epoca alle Terre Perse del Lido di Venezia, di fronte all’isola di Poveglia, il cui profilo doveva simulare quello di San Giorgio Maggiore: con moduli in gesso lo scenografo Luciano Ricceri ha riprodotto, in scala leggermente ridotta, lo scorcio veneziano nei minimi particolari tra cui anche la pavimentazione senza selciato, che all’epoca non esisteva, ma era in terra battuta con delle passerelle di legno per la pioggia. Per la parte del protagonista venne scelto l’attore Mandy Patinkin, che quando seppe che la troupe si sarebbe spostata in Cina e vi sarebbe rimasta per più di un anno e mezzo andò in crisi e rinunciò, lasciando il posto a Ken Marshall.
Alcune foto di scena del lavoro di Montaldo, assieme a quelle prese dai set di altri film sull’esploratore veneziano, saranno messe in mostra a La Fabbrica del Vedere dal 28 gennaio al 12 febbraio con, inoltre, una proiezione l’8 febbraio all’Ateneo Veneto del film d’animazione del 1971 Le avventure di Marco Polo di Emanuele Luzzati e Giulio Gianini. Nello stesso periodo in Australia veniva prodotta una serie, sempre animata, in stile musical, Marco Polo Junior Versus the Red Dragon (1972) diretta da Eric Porter, che fu rieditata più volte in varie versioni aggiornate. Tra le altre rappresentazioni cinematografiche della vita di Marco Polo è curioso il film statunitense del 1938 The Adventures of Marco Polo, con Gary Cooper, che il regime fascista censurò, a causa di una visione dell’Italia non all’altezza dei tempi, reintitolandolo Uno scozzese alla corte del Gran Kan e tagliando ogni riferimento a Venezia: solo nel 1951 uscì in Italia la versione integrale. Orson Welles, Omar Sharif, Massimo Girotti, Anthony Quinn, Elsa Martinelli e Horst Buchholz, nella parte di Marco Polo, sono il cast stellare di Le meravigliose avventure di Marco Polo (Lo scacchiere di Dio) uscito nel 1965 e che ebbe una gestazione travagliata con cambio di protagonista e regista, seguendo di pochi anni il film italiano Marco Polo. La grande avventura di un italiano in Cina (1962) di Hugo Fregonese e Piero Pierotti con Rory Calhoun. Sul versante orientale il cinema di Hong Kong ha usato la figura dell’illustre esploratore come semplice pretesto per confezionare un prodotto di arti marziali: L’inferno dei mongoli del 1975 diretto da Chang Cheh è un mix di kung fu, violenza e coreografie ben orchestrate. E non si può tralasciare l’animazione giapponese, con la serie del 1979, ma uscita da noi nel 1982, Le avventure di Marco Polo la cui sigla italiana, scritta da Stelvio Cipriani, venne portata al successo dagli Oliver Onions.