Senza fretta, senza tregua

Tra dicembre e gennaio, grandi bacchette alla Fenice
di Andrea Oddone Martin

Myung-Whun Chung, Asher Fish, Charles Dutoit e Ton Koopman si avvicendano in Campo San Fantin, per concerti d’eccezione.

Il programma concertistico del Gran Teatro La Fenice conclude l’anno in corso con la direzione di Myung-Whun Chung, Asher Fish, Charles Dutoit. Il direttore sudcoreano, un amico affezionato de La Fenice, interpreta il 3 dicembre con l’Orchestra e Coro del Teatro il Vesperae Solenne de Confessore K. 339 di Mozart. Una delle più significative composizioni sacre che Mozart, ventiquattrenne all’epoca, scrive a Salisburgo. Probabilmente riferita a San Giuseppe, il misterioso Confessore, si presenta in tutta la sua imponenza e dottrina compositiva. L’organico impiegato è composito ed articolato da un contrappunto che, lungi da impaludarne gli effetti, dona alla musica una vitalità imponente, un incanto sonoro. Nel secondo tempo del concerto, la tonalità sale di mezzo tono e passa dal Do maggiore del Vesperae Solenne de Confessore al Do diesis della Trauermarsch posta all’inizio della Quinta Sinfonia di Gustav Mahler. Composta tra il 1901 e il 1903, fu il primo lavoro scritto nel famoso capanno nel bosco sul Wörthersee, in Carinzia. Il 10 e 11 dicembre, oltre a dirigere l’Orchestra Asher Fish è al pianoforte per il Concerto per pianoforte e orchestra KV 491 di Mozart, un concerto dai toni rassegnati ma sapienti, stimato da Franz Liszt e da Johannes Brahms. Infatti, al concerto di Mozart seguirà la seconda sinfonia proprio di Brahms.

Lo stesso autore definì la sinfonia “gaia ed amabile” e, in effetti, il suo tono è luminoso, accattivante, seducente e comunicativo. La caratteristica sensibilità musicale d’Oltralpe definisce il programma del concerto del 17 dicembre. Charles Dutoit guida l’Orchestra del teatro in un viaggio musicale tutto francese. Gabriel Fauré apre con la foresta misteriosa della suite Pelléas et Melisande, tragedia dai toni delicati e cameristici. Seguono i Nocturnes di Claude Debussy, tre episodi orchestrali dalle tinte pastello. Nuvole di suono iridescente e cangiante, il suono del mare amato dal compositore. Nocturne s’intitola anche il primo movimento della Suite n. 1 Daphnis et Chloé di Maurice Ravel. Composta per i Ballets russes di Sergej Djagilev, non sortì le soddisfazioni che invece raccolse quando fu eseguita in concerto, e divenne così una delle pagine più popolari della musica del primo Novecento. A seguire il “poema coreografico per orchestra” La Valse. Un esperto mondiale della musica barocca inaugura l’anno nuovo, Ton Koopman dirige l’Orchestra de La Fenice nel concerto del 7 gennaio 2023. Apre la Suite per orchestra n. 4 BWV 1069 di Joahnn Sebastian Bach, ultima composizione di quattro che il Maister scrisse per l’intrattenimento del principe e della corte di Köthen, dove risiedeva in quel periodo, fu dimenticata assieme alle sue ‘sorelle’ all’indomani della morte del compositore, venendo poi ritrovate da Felix Mendelssohn Bartholdy. Dopo l’intermezzo della sinfonia La Poule di Franz Joseph Haydn, è proprio Mendelssohn a chiudere il concerto con la Sinfonia n. 5, denominata Riforma.

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