Il capitale umano

Le Procuratie Vecchie diventano la casa di The Human Safety Net
di Redazione VeNews

Il progetto delle Procuratie Vecchie, fortemente voluto e sostenuto da Generali, oltre a restituire un luogo fondamentale a Venezia, restituisce alla città un ruolo altrettanto fondamentale. Al terzo piano delle Procuratie infatti ha trovato casa The Human Safety Net, uno spazio di quasi 3.000 metri quadrati dedicato alle nuove frontiere della ricerca.

Un incubatore di idee e progetti aperto a tutti, in cui creare nuove connessioni, scambiare, discutere, progettare e amplificare l’attenzione, la comprensione e l’azione intorno alle questioni urgenti relative all’inclusione sociale, ma anche più in generale alla sostenibilità come pietra angolare per la resilienza e il benessere umano.
La visione è su scala globale, tuttavia un contributo tangibile viene offerto alla costruzione di nuove prospettive socioculturali per Venezia, capaci di creare le basi per la candidatura della città a capitale mondiale della sostenibilità.

Una rete globale di persone che aiutano altre persone

Attivando una rete globale di persone che aiutano altre persone, The Human Safety Net persegue l’obiettivo di liberare il potenziale di coloro che vivono in contesti vulnerabili, in modo che possano a loro volta trasformare la vita delle loro famiglie e comunità. Per mettere in atto questi processi sono già attivi due programmi globali uno a sostegno di famiglie vulnerabili con bambini fino a sei anni e il secondo a sostegno di rifugiati nel loro percorso verso l’occupazione e l’imprenditorialità nei Paesi di accoglienza.
La sensibilizzazione costante verso questi temi, una delle azioni fondamentali di The Human Safety Net, passa attraverso anche lo sviluppo di speciali progetti espositivi, come il primo ospitato al terzo piano nelle Procuratie, A World of Potential. La mostra è curata da Orna Cohen, fondatrice di Dialogue Social Enterpirse (DSE), un’impresa sociale con sede ad Amburgo, in Germania, impegnata dal 1998 nella promozione dell’inclusione sociale di persone vulnerabili in tutto il mondo.
Il progetto mette al centro tutti noi, chiamati a esplorare il nostro carattere per comprendere le qualità che risiedono in ogni individuo e nelle altre persone tramite un’esperienza immersiva e interattiva che connette il visitatore con il proprio potenziale.

A World of Potential © Alessadra Chemollo

A World of Potential: una mostra per scoprire i tuoi punti di forza

Il progetto nasce dal metodo di psicologia positiva VIA (Values in Action), sviluppato dagli americani Martin Seligman e Christopher Peterson, che classifica i principali valori caratteriali. Si basa sul presupposto che tutti abbiano dei punti di forza da consolidare nel tempo, perciò è applicabile a chiunque e ovunque nel mondo. Gli esperti della Mayerson Academy, organizzazione no-profit con sede a Cincinnati, Ohio (USA), hanno selezionato i valori con cui i visitatori hanno la possibilità di rapportarsi (creatività, gentilezza, perseveranza, gratitudine, curiosità, speranza, intelligenza sociale, lavoro di squadra) utilizzando 16 machine à montrer.

Nel percorso espositivo, concepito da Migliore+Servetto, macchine analogiche e digitali generano un’esperienza a metà tra un museo della scienza e della tecnologia e un esperimento antropologico. È un viaggio all’interno di sé stessi che agendo sui sensi, la memoria e le emozioni diventa reale aumentando l’auto consapevolezza e la comprensione della realtà circostante. L’intera esperienza si conclude creando una connessione umana, passando dall’Io al Noi: il visitatore si interessa al lavoro svolto da un membro del network The Human Safety Net, a cui risulta più affine, condividendo gli stessi punti di forza, ed è incentivato a partecipare al miglioramento delle condizioni delle persone più vulnerabili.

CHUTZPAH, The Art Studio | The Human Safety Net

L’Atelier dell’Errore nell’Art Studio con Chutzpah

All’interno dello spazio espositivo si trova anche L’Art Studio, dedicato all’arte contemporanea e attualmente occupato da CHUTZPAH – Una tenda che non è una tenda, animali che non sono animali, opera site-specific di Atelier dell’Errore (AdE) BIG, curato da Gabi Scardi. Il coraggio e la sfrontatezza si uniscono al virtuosismo ai limiti dell’ossessione che caratterizzano il collettivo, in una riflessione sul termine yiddish “Chutzpah”, la sfacciataggine di chi crede eccessivamente in sé stesso, diventata nel linguaggio anglosassone l’impulso a uscire dagli schemi per compiere azioni impensabili e impossibili per la maggior parte delle persone.

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