Giovedì 21 novembre 2024, in occasione della Festa della Madonna della Salute, arriva alle Gallerie dell’Accademia un importante dipinto di Antonio Balestra (Verona 1666-1740), pittore di primo piano del panorama artistico veneto del tardo Seicento e del primo Settecento.
Si tratta dell’Allegoria della Fortuna (o della Ricchezza), un’opera di grandi dimensioni (cm 149,5×250), proveniente da Ca’ Zenobio, residenza aristocratica tra le più imponenti e significative del sestiere di Dorsoduro, di fronte la chiesa dei Carmini.
Il grande ovato ritrae una donna di nobile aspetto, assisa su un trono di nuvole: il suo manto è dorato, nelle mani regge una corona e uno scettro; tutto intorno sono raffigurati monili, offerti da putti alati che si stagliano contro un cielo azzurro. Inizialmente l’opera decorava, insieme al suo pendant, il “portego” del palazzo, noto per le sue decorazioni a stucco e per la collezione di dipinti ivi un tempo raccolti, in un probabile programma iconografico volto a celebrare la prosperità della famiglia committente. L’opera è stata dipinta da Balestra negli ultimi anni del Seicento, al rientro dal soggiorno romano, dove l’artista ebbe modo di frequentare la bottega del pittore e restauratore Carlo Maratti e approfondire la conoscenza delle fonti della pittura classicista in voga nella Città Eterna (Raffaello, Reni, Domenichino). Di questa tradizione figurativa, pur reinterpretata con una libertà e una fluidità formale di stampo prettamente veneto, Balestra fu il principale interprete in laguna, in netto contrasto con il gusto rococò imperante del tempo.
Documentato ancora nello straordinario palazzo veneziano nel corso degli anni Ottanta del Novecento, in tempi più recenti il dipinto era riemerso sul mercato antiquario inglese, insieme al suo antico pendant – un’Allegoria dell’Abbondanza – in un’asta Sotheby’s a Londra; successivamente era rientrato in Italia e finito in una collezione privata padovana e poi presso l’antiquario padovano Graziano Gallo. Il dipinto è stato acquistato in trattativa privata dallo Stato, su proposta delle Gallerie dell’Accademia e con fondi amministrati dalla Direzione Generale Musei, dopo un complesso iter durato più di un anno. A giugno scorso, con il parere favorevole dei Comitati tecnico-scientifici del Ministero della Cultura, si è conclusa la trattativa d’acquisto dell’opera.