StopMakingSense

STOP MAKING SENSE

di Jonathan Demme
con David Byrne, Tina Weymouth, Jerry Harrison, Chris Frantz, Bernie Worrell, Alex Weir, Steven Scales, Lynn Mabry, Edna Holt

(1984, USA, 88')

Il più grande film concerto di tutti i tempi è stato presentato lo scorso anno al Toronto International Film Festival e quest’anno in anteprima italiana alla Festa del Cinema di Roma e nei club di alcune città con lo Stop Making Sense Tour Party. “Stop Making Sense” ricostruisce alla perfezione un live dei Talking Heads, la band che più di tutte ha rivoluzionato l’apparato creativo nel mondo della musica, fondendo influenze musicali disparate, creando strutture compositive non convenzionali e amplificando la creatività di visual e performance. Le riprese di “Stop Making Sense” sono avvenute in occasione dei concerti dei Talking Heads al Pantages Theater di Hollywood nel dicembre del 1983. La nuova edizione è stata completamente restaurata in 4K (la prima revisione era del 1999), supervisionata da James Mockoski di American Zoetrope e distribuita in Italia grazie alla collaborazione tra Nexo Studios e A24. La colonna sonora è stata totalmente rimasterizzata da Jerry Harrison, storico chitarrista e tastierista della band. Definito come “il miglior film concerto che abbia mai visto” da The Village Voice e “una dose di felicità dall’inizio alla fine” da The New Yorker, fu girato nel corso di tre notti al Pantages Theatre di Los Angeles, dove Demme e la sua troupe catturarono l’energia e l’eccentricità dello show dal vivo dei Talking Heads, concepito ed eseguito con precisione, e tutte le sue brillanti trovate. La gag esistenziale di Byrne inghiottito dal suo “Big Suit”; il lirismo delicato di “Genius of Love” del Tom Tom Club; la ginnastica ipnotica e sincronizzata della band e dei suoi instancabili coristi. Evitando di aggiungere interviste – e assicurandosi così che gli “unici” Talking Heads a raccontarsi fossero quelli sul palco – Demme ridisegnò efficacemente i confini dei documentari rock al punto che, ancora quattro decenni dopo, rimane un punto di riferimento del suo genere, una pietra miliare a cui ci si può ispirare ma che non si può imitare.

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