Il Parco delle Sculture dell’Isola di San Servolo si arricchisce di una nuova opera, che entra a far parte della collezione del parco, realizzata dall’artista Flavia Bigi (1965), il cui pensiero artistico si esprime grazie a linguaggi polimorfi ma rigorosamente connessi tra di loro come il disegno che diventa incisione su vetro e su marmo, la pittura che si interseca con la fotografia ed il video, la scultura che si trasforma in installazione, come in questa specifica nuova opera.
Nove sono le Muse, a cura di Ilaria Caravaglio, è infatti un’opera site-specific ideata appositamente per il campus della VIU – Venice International University, un’installazione che disegna un cerchio ancestrale, come un santuario, dedicato alla cultura, alle arti, al pensiero. Nove dadi in marmo, disposti circolarmente, tracciano una costellazione aperta che, armonizzando cielo e terra, il mondo delle idee e della vita mondana, invitano ad un dialogo libero e tollerante. Le Muse, il cui nome significa “coloro che meditano e creano con la fantasia”, nate dall’unione di Zeus e Mnemosine, dea della Memoria, hanno per nascita il dono di percepire passato, presente e futuro. Questa loro virtù di conoscenza risuona qui come un’eco alle varie culture che si incontrano nella Venice International University, e che contribuiscono, grazie alla loro diversità, ad una riflessione composita sulle fragilità del mondo contemporaneo e sui presupposti per un futuro sostenibile. E così, sebbene le Muse ci appaiano come pietrificate nel travertino, esse non restano affatto silenti o inerti, ma, anzi, è possibile sentirle bisbigliare carezzevolmente, nel vento della laguna e dal profondo della pietra, nelle tante lingue del globo che su di esse sono incise. I dadi recano infatti incisi i pronomi io, tu, noi nelle diverse lingue degli studenti che frequentano la VIU, invitando ad una riflessione accurata sui contenuti del linguaggio e sulla relazione con il non-io.