L’M9 inaugura la nuova stagione con Arte Salvata, una mostra di rara suggestione per la capacità di porre in relazione, attraverso la sinergia dei loro importanti musei, due città, Le Havre e Mestre.
Riattualizzando l’atmosfera bucolica dell’arte francese di fine XVIII secolo, Pierre-Auguste Renoir propone una sorta di simbiosi tra donna e natura, in quel lento disciogliersi della figura nello sfondo favorito non solo dalla resa pittorica, ma anche dalla scelta della cromia. Il nastro di garza del cappello e i capelli ramati mossi da un leggero vento suggeriscono chiaramente una ambientazione en plein air… È con L’escursionista di Renoir che vogliamo salutare la primavera e il fiorire di mostre che tra marzo e aprile “affolleranno” di arte Venezia. Il capolavoro impressionista è il manifesto della prima esposizione ad inaugurare la nuova stagione: Arte Salvata. Capolavori oltre la guerra dal MuMa, all’M9 – Museo del ‘900. Parafrasando il titolo della mostra, sono l’arte e la bellezza a “salvare” ancora una volta Venezia!
Un’esposizione dal forte valore simbolico, in cui storia e futuro si incontrano e parlano la stessa lingua, quella della rinascita e della condivisione. Il punto di partenza è il secondo conflitto mondiale, di cui quest’anno viene celebrato l’ottantesimo anniversario della conclusione. Arte Salvata è un simbolico passaggio di testimone fra Le Havre, città patrimonio dell’umanità Unesco e pioniera della rinascita post bellica, e Mestre, anch’essa obiettivo strategico e violentemente bombardata nel 1944, dalla storia altalenante e che oggi è attraversata da una crisi che diventa necessità di rigenerarsi. Al centro l’arte, quella pura, che attraversa i secoli e si fa manifesto mettendo in stretto dialogo due musei contemporanei nelle architetture e unici nel loro genere per storia e vocazione.
Da una parte il MuMa – Museo d’Arte Moderna André Malraux di Le Havre, che ospita oggi una delle più ricche raccolte di arte impressionista in Francia dopo Parigi, tra i monumenti distrutti nel 1944, gioiello culturale e morale della città. Proprio la cittadinanza e le autorità di Le Havre scongiurarono la distruzione di questo patrimonio, salvando, tra le rovine della città francese piegata dai bombardamenti, l’ottanta per cento delle opere, segno evidente della portata che la cultura e i musei possono fornire alla rinascita. E dall’altra l’M9 – Museo del ‘900, che si pone come laboratorio di memoria del XX secolo dell’Italia e dell’Europa, giovane ma necessario e al contempo in continuo movimento proprio come la storia che si compie giorno per giorno.
Un nucleo straordinario di opere del MuMa, frutto di coerenza storica e di circostanze eccezionali – Claude Monet crebbe a Le Havre, mentre la città diveniva tappa imprescindibile nella geografia impressionista – è protagonista per la prima volta di un prestito eccezionale a favore del Museo M9. Parte della sua collezione diventa il corpus dell’attesa mostra Arte Salvata. Capolavori oltre la guerra dal MuMa di Le Havre, a cura di Géraldine Lefebvre, Direttrice del MuMa, Marianne Mathieu, una delle maggiori esperte mondiali di Impressionismo e Postimpressionismo, Serena Bertolucci, direttrice di M9, che inaugura il 15 marzo. Cinquanta opere fondamentali dell’Impressionismo, databili tra Otto e primo Novecento, miracolosamente sopravvissute ai bombardamenti, di artisti di primo piano tra quali Renoir, Monet, Sisley, Gauguin, Dufy, Marquet, Boudin e Braque. Tra i capolavori esposti in mostra: La Senna a Vétheuil, Le scogliere di Varengeville e Il Parlamento di Londra di Monet, L’escursionista di Renoir, La Senna a Point-du-Jour di Sisley, Paesaggio a Te Vaa di Gauguin, Imbarcazione con festoni a Le Havre di Dufy, Il bacino di Le Havre di Albert Marquet, Interno con balcone di Bonnard e Barca sulla riva di Georges Braque, solo per citarne alcuni.
Una sezione della mostra è dedicata a un approfondimento fotografico e documentale che testimonia quanto accaduto a Mestre a partire dal terribile bombardamento del 28 marzo 1944 e presenta il percorso di risanamento iniziato nel secondo dopoguerra per il patrimonio abitativo come per la zona industriale.