Il regista americano a capo della Giuria internazionale che assegnerà il prossimo Leone d’Oro alla prossima Mostra del Cinema, dal 27 agosto al 6 settembre.
Il cinema di Alexander Payne è ancorato alla realtà e alla sua ironia agrodolce, spietata, paradossale e illogica, nella sua logica. I protagonisti vivono contrasti destinati a non risolversi con la fine della pellicola, anzi, con epiloghi che possiamo definire l’esatto opposto del canonico “lieto fine”. Tutti questi elementi rendono il cinema di Alexander Payne semplicemente irresistibile. Il regista e sceneggiatore americano arriva a Venezia per presiedere la Giuria internazionale del Concorso della prossima Mostra del Cinema, in programma al Lido dal 27 agosto al 6 settembre, che assegnerà il Leone d’Oro per il miglior film e gli altri premi ufficiali. «È un grandissimo onore e una gioia far parte della Giuria di Venezia, – spiega Payne – anche se confesso l’imbarazzo di un regista nel dover confrontare i film uno contro l’altro. Mi inchino davanti alla storia quasi centenaria della Mostra del Cinema di Venezia, che celebra a gran voce il cinema come arte. Non potrei essere più entusiasta».
Nato e cresciuto a Omaha, nel Nebraska, ha studiato storia e letteratura spagnola a Stanford, prima di conseguire un master in regia cinematografica alla UCLA. I suoi film sono stati nominati per un totale di 24 Oscar, di cui quattro volte per il miglior film e tre volte per il miglior regista. Payne ha vinto due volte il premio per la migliore sceneggiatura non originale – per Sideways – In viaggio con Jack (2004) e Paradiso amaro (2011) – e il suo ultimo film, The Holdovers – Lezioni di vita (2023), con il fedele Paul Giamatti, ha ottenuto il premio per la migliore attrice non protagonista un anno fa, andato a Da’Vine Joy Randolph. «Alexander Payne – afferma Alberto Barbera, direttore artistico della Mostra del Cinema di Venezia – appartiene a quella ristretta cerchia di cineasti-cinefili, la cui passione per il cinema è alimentata dalla conoscenza dei film del passato e dalla curiosità per il cinema contemporaneo, senza confini o barriere di sorta. Queste qualità, assieme all’esperienza di filmmaker, regista e sceneggiatore lo rendono il candidato ideale per presiedere il lavoro della Giuria di Venezia, chiamata a valutare film provenienti da tutto il mondo. Sono grato ad Alexander per aver accettato il mio invito, che suggella una conoscenza che risale ai tempi del suo cortometraggio di diploma alla UCLA».
82. Festival Internazionale di Arte Cinematografica della Biennale di Venezia